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Scoperti 6 pianeti distanti 100 anni luce, uno studio anche italiano

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Scoperto un sistema composto da sei pianeti, le cui orbite sono così regolari e in armonia da suggerire una danza simile a un valzer. Descritti sulla rivista Nature, i pianeti sono a cento anni luce dalla Terra, nella costellazione della Chioma di Berenice, e la loro stella, è la più brillante finora nota ad avere un sistema di oltre quattro esopianeti. Allo studio ha partecipato anche l’Italia, con l’Istituto nazionale di astrofisica. “La scoperta è una miniera di dati sulla formazione dei sistemi planetari”, ha detto il coordinatore dello studio, dell’Università di Chicago.

La scoperta si deve a un insieme di tantissimi telescopi, sia spaziali come Tess della Nasa sia basati a Terra. “Un ruolo chiave lo ha avuto Cheops, il piccolo telescopio spaziale europeo la cui ottica è stata progettata e costruita in Italia”, ha detto all’ANSA l’astronomo Roberto Ragazzoni, dell’Università di Padova, direttore dell’osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “E’ un telescopio molto piccolo e preciso, estremamente stabile nel tempo. Di conseguenza – prosegue l’astronomo – misura anche piccoli pianeti che transitano davanti a stelle relativamente deboli”. Il transito dei pianeti davanti al disco della loro stella è la tecnica ha permesso di scoprire il nuovo sistema planetario. “A seconda della percentuale di luce che il transito del pianeta erode alla stella, si può misura il diametro in modo molto preciso”, osserva Ragazzoni.

“I sei pianeti della stella HD 110067, poco più grandi della Terra, sono fra loro in risonanza, cioè hanno orbite con rapporti semplici fra loro e questo fa sì che il sistema sia molto stabile. Quando si era formato era già così come lo abbiamo visto adesso”, ha detto ancora l’astronomo, aggiungendo – Questa grande stabilità significa che si avrebbero a disposizione tutti climi possibili e le possibili gradazioni di possibilità di avere la vita su alcuni di essi. Se si andasse a cercare la vita in un altro sistema planetario, si andrebbe lì”

 

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