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Caso Diciotti, oggi il voto online

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Gli iscritti del M5S potranno oggi votare sulla piattaforma Rousseau per il caso Diciotti fino alle 20. Fonti all’interno del Movimento registrano in queste ore preoccupazione: se dovesse passare l’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini potrebbe crearsi una crisi all’interno del governo.

Il blog dei pentastellati cerca di fare chiarezza: “Non è – si spiega – il solito voto sull’immunità. Di quei casi si occupa l’art. 68 della Costituzione e su quelli il M5S è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Questo è un caso diverso: stiamo parlando dell’art. 96 della Costituzione. E’ un caso senza precedenti perché mai in passato la magistratura ha chiesto al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni”.

Nello specifico, il quesito della consultazione online recita: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? – Votando Sì, si nega l’autorizzazione a procedere – Con il No, invece, si concede l’autorizzazione a procedere”.
Beppe Grillo su Twitter ironizza: “Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”. Grillo cita il celebre paradosso del romanzo Comma 22 di Joseph Heller, dove la facoltà di scegliere è solo apparente, e per sindrome di Procuste s’intende il disprezzo che un individuo prova per quelle persone che hanno maggiori capacità e talento.

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini nel corso di un comizio a Castelsardo ha dichiarato: “Siamo in due al governo, da solo non sarei riuscito a fare nulla. I Cinquestelle sono compagni di viaggio, rispettosi e leali. Di Maio è una persona corretta, provano a farci litigare tutti i giorni, ma non ci riescono”. Salvini ha poi aggiunto: “C’è chi dice: ‘adesso la Lega è il primo partito, se fai saltare tutto chissà quanti parlamentari in più avrai’. Io rispondo che ho dato la mia parola e la mia parola vale più dei sondaggi, anche se abbiamo idee di futuro e di sviluppo diverse. Io non cambio idea“.

Intanto tre sindaci del M5s, Chiara Appendino, Filippo Nogarin e Virginia Raggi, a loro volta coinvolti in inchieste giudiziarie, si dicono a favore dell’autorizzazione a procedere verso il ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso Diciotti. “Le responsabilità, anche quelle politiche, devono restare personali. E’ giusto consentire che siano i giudici ad esprimersi”, affermano i tre primi cittadini.

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