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Petrolio, Renzi: “quell’emendamento è roba mia”

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Il premier Matteo Renzi entra in campo in prima persone nella polemica nata dopo che sono emersi i dettagli dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata che ha portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi, e a ‘In mezz’ora’ afferma: “C’è il presidente del Consiglio che è coinvolto se questo è il tema: ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l’idea di sbloccare le opere pubbliche l’abbiamo presa noi per Tempa Rossa, per Pompei, per Bagnoli e per altre opere. Quell’emendamento è roba mia”.

Lo stesso ha continuato: “Noi questo Paese lo stiamo talmente cambiando che se i magistrati vogliono mi interroghino non solo su te mi interroghino non solo su Tempa Rossa ma su quello che vogliono”.

“Io non sapevo dell’inchiesta, perché devo saperlo? Una cosa è l’indagine giudiziaria che io non devo sapere, io non devo essere messo a conoscenza, diverso se sapevo del provvedimento che rivendico. Non sapevamo perché in un paese civile c’è la distinzione tra potere esecutivo e giudiziario. Dopo di che io spero che ci sia qualcosa di serio”. “Per adesso dopo 27 anni non è stato tirato fuori un goccio di petrolio perché le autorizzazioni sono state rinviate come spesso succede in Italia”.

Sui rischi di danni ambientali nella zona del giacimento Tempa Rossa, Renzi ha agiunto “Dire che noi siamo quelli delle lobby, noi che abbiamo fatto la legge sui reati ambientali, approvato pene più dure sulla corruzione, chiamato Cantone all’Anac che ha salvato l’Expo con Sala, il conflitto d’interessi ora al Senato dopo la prima lettura, mi fa schiantare dalle risate tecnicamente parlando”.

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