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Siria: i leader mondiali chiedono il cessate il fuoco

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In Siria continua la scia di sangue, ma Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia e Canada chiedono un immediato cessate il fuoco a Aleppo e accusano la Russia di ostacolare gli sforzi per fermare quello che ormai si profila come un vero e proprio genocidio nella città siriana e no solo.

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In un comunicato congiunto, i leader delle sei potenze occidentali “condannano le azioni del regime siriano e dei suoi alleati stranieri, soprattutto la Russia, che ostacolano gli aiuti umanitari”

e aggiungono che l’Onu dovrebbe indagare sulle segnalazioni di crimini di guerra. Nel comunicato si aggiunge anche che ospedali e scuole sembra che siano stati presi di mira come obiettivi “nel tentativo di logorare la popolazione”.

Ieri le forze armate delle opposizioni siriane hanno avanzato una richiesta di tregua di cinque giorni ad Aleppo, anche per permettere ai civili di evacuare, inclusi i feriti.

Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha però precisato che il comunicato congiunto non è una risposta ad una qualche proposta sul terreno per fermare la violenza, ma è piuttosto la dimostrazione di un “chiaro e univoco sostegno internazionale” agli sforzi diplomatici per ridurre lo spargimento di sangue e consentire l’accesso agli aiuti umanitari.
Intanto i soldati dell’Esercito governativo siriano avanzano su Aleppo est. Altri due sobborghi sono stati riconquistati dai lealisti che secondo l’Osservatorio dei diritti umani, controllano ora tutta la città vecchia. Russia Today stima che le forze di Damasco abbiano riconquistato l’85% di Aleppo est.

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Almeno 80mila persone sarebbero fuggite da Aleppo est da quando l’esercito siriano ha iniziato la sua offensiva a metà novembre per riconquistare il settore della città  in mano ai ribelli.

È lo stesso Osservatorio a precisarlo, sottolineando che il dato include anche chi ha cercato riparo a ovest della città, nell’area controllata da Damasco, e coloro che si sono spostati nell’enclave curda, ma non conta invece coloro che sono fuggiti a sud nel restante territorio ribelle.

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