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MotoGP, chi erediterà lo scettro di Valentino Rossi? Abbiamo stilato una lista di papabili

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Prosegue il conto alla rovescia verso l’inizio del Motomondiale 2018. Ormai mancano due mesi esatti, visto che si riprenderà il 18 marzo col Gran Premio del Quatar: in notturna sul circuito di Losail. Salvo colpi di scena, la prossima sarà l’ultima stagione di Valentino Rossi in MotoGP. Il contratto del Dottore con la Yamaha scadrà infatti al termine di quest’anno ma la scelta di appendere il casco al chiodo sarebbe dettata soprattutto dall’età del centauro pesarese che il 16 febbraio prossimo compirà 39 anni. E in caso di addio chi sarà l’erede di Vale? A tal proposito, abbiamo provato a stilare una griglia di possibili eredi del “Folletto di Tavullia”. 

Franco Morbidelli in pole. Una sfilza di nomi arriva dalla VR46 Riders Academy, l’accademia del Dottore. Tra questi svetta Franco Morbidelli: il primo allievo di Vale capace di vincere un Mondiale e ora pronto a fare il grande salto nella classe regina. C’è grande attesa per vedere le sue prestazioni con il team Marc VDS in sella alla Honda e si fa già il suo nome qualora venisse fondato il team di Valentino Rossi in MotoGP.

Gli altri potenziali eredi di “The Doctor”. Si fa anche il nome di Romano Fenati, il “ribelle” dell’Academy che ha lasciato il Ranch di Tavullia con una scia di polemiche. Nel 2017 il pilota ascolano ha chiuso il Mondiale di Moto3 al secondo posto ed è pronto a tuffarsi nel Mondiale di Moto2 strizzando l’occhio, però, alla MotoGP. Quest’anno occhi puntati pure su Mattia Pasini, autore di una stagione 2017 in Moto2 a dir poco fantastica; anche se su di lui c’è il peso degli anni (classe 1985). Seguono: Lorenzo Baldassarri, frenato da un brutto infortunio nella scorsa stagione, ed Enea Bastianini, 20enne romagnolo che punta al titolo 2018 in sella alla moto che l’anno scorso è stata di Joan Mir. Dunque, sono tanti i nomi “papabili”, ma l’unica certezza al momento è che nessuno sarà mai ai livelli di Valentino Rossi capace di vincere ben nove titoli mondiali. Di Dottore ce n’è uno: unico e inimitabile. 

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