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Immigrazione, stop alla riforma di Dublino

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The sun rises as refugees and migrants walk to pass from the northern Greek village of Idomeni to southern Macedonia, Friday, Sept. 11, 2015. The sudden onset of autumn has taken tens of thousands by surprise all along the Balkans route from Greece to Hungary, the main gateway to Western Europe for more than 160,000 asylum seekers already this year. (AP Photo/Giannis Papanikos)

L’ intesa sulla riforma del Trattato di Dublino sulla politica di asilo, è saltata. L’Italia e altri dieci paesi si sono opposti oggi al compromesso sulla riforma di Dublino proposto dalla presidenza bulgara alla riunione dei ministri dell’Interno dei 28 a Lussemburgo. Oltre all’Italia, anche se per ragioni diverse, avrebbero espresso obiezioni al testo Spagna, Germania, Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca. Non si sono espressi Estonia, Polonia e Gran Bretagna. Gli altri 18, pur non soddisfatti, lasciano la porta aperta al negoziato. Tra questi Grecia, Malta, e Cipro, spaccando così il fronte mediterraneo.

Soddisfatto il ministro dell’Interno Salvini: “E’ una vittoria per noi. Avevamo una posizione contraria ed altri Paesi ci sono venuti dietro, abbiamo spaccato il fronte. Significa che non è vero che non si può incidere sulle politiche europee”.

All’uscita dal consiglio, è il segretario di Stato belga responsabile delle Migrazioni, Theo Francken a fare la sintesi dei lavori: “La riforma del regolamento di Dublino è morta” – ha affermato Francken che ha aggiunto: “Dal nuovo governo italiano mi aspetto una stretta sulla migrazione. Penso che sia positivo se l’Italia inizia rifiutare i migranti sulle proprie coste, e non li lascia più entrare in Sicilia”.

Intanto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, lancia un appello: “Anche l’Italia contribuisca a gettare un ponte tra le istituzioni Ue per favorire uno spirito di cooperazione che consenta una riforma pragmatica” del sistema d’asilo” scrive in una lettera inviata al neopresidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e agli altri leader Ue in vista del vertice di fine mese.

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