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MONDIALANDIA/ Messico e nuvole, sulla Germania. Stecca verdeoro

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Prime considerazioni dopo 4 giorni di Mondiale. Non abbiamo ancora visto all’opera tutte le nazionali perchè deve ancora essere completato il primo turno della fase a gironi, ma qualcosa possiamo dirla. Le squadre viste all’opera fino a oggi non hanno certo entusiasmato, anche quelle che hanno vinto. Bel gioco, questo sconosciuto. Inoltre, le big hanno deluso all’esordio e le sorprese sono all’ordine del giorno, grazie anche alla Var e alla goal line technology. Insomma, la tecnologia aiuta la mediocre classe arbitrale planetaria ed evita i clamorosi errori del passato, quasi sempre a vantaggio delle grandi.  “Messico e nuvole, la faccia triste dell’America, il vento soffia la sua armonica”, recita una vecchia canzone del grande Enzo Jannacci. Messico e nuvole sulla Germania campione del mondo, è il caso di dirlo. Esordio flop per Kroos e compagni. Al Luzhniki di Mosca, nel girone F, tedeschi battuti dai messicani di Lozano e del “Chicharito” Hernandez. Subito in salita dunque la strada per Löw che può recriminare solo per una traversa di Kroos su punizione. E’ una Germania spenta e senza idee quella sconfitta da un Messico che ha strameritato i tre punti. Al contrario della Germania, il Messico ha idee, gioco, piedi buoni e un Hector Herrera monumentale. Mister Osorio sa il fatto suo.

Stecca anche il super favorito Brasile. Svizzera impeccabile contro i verdeoro. Finisce 1-1 l’attesa sfida del gruppo E. Seleçao avanti con una meraviglia di Coutinho, ma in avvio di ripresa Zuber trova il pari di testa spingendo furbescamente l’interista Miranda che nell’occasione si addormenta. Gol giustamente convalidato. I brasiliani hanno probabilmente la rosa e la squadra più forte di Russia 2018, ma un c.t. in confusione nelle scelte tecnico-tattiche. Tite lo chiamano “il professore” e un professore non è un allenatore; nel calcio i tecnici scienziati sono da sempre perdenti di successo. Da Zeman a Sarri, la lista è lunga. Tite sbaglia pure i cambi: un orrore vedere Douglas Costa in panchina per l’intero match. Lo juventino avrebbe potuto spaccare la gara come gli capita spesso di fare. Dunque, una magia di Coutinho e poi una mezza agonia. La prima impressione sulla Seleçao: ballano come farfalle, pungono come api e difendono come leoni, evapora in una sola partita. I problemi sembrano quelli di sempre e oltretutto il Brasile del “joga bonito” è durato poco e procedendo a fiammate. E così le due big sudamericane partono col freno a mano tirato. A quella dell’Argentina di Messi si aggiunge la stecca brasiliana. Neymar come Leo, più giocoliere che concreto.

La Serbia ne approfitta, batte Costa Rica e vola in testa al girone E. Firma di Roma e Lazio sul match. Kolarov show, mentre a Milinkovic Savic manca solo il gol. Buona la prima dei ragazzi del c.t. Krstajic: un calcio di punizione strepitoso del terzino sinistro romanista regala 3 punti pesanti ai suoi. Il ltalentuoso centrocampista laziale invece ci prova senza fortuna. Il gol partita: dopo 11 minuti del secondo tempo, Kolarov ha tirato fuori dal cilindro del suo straordinario piede mancino la punizione che calcia da quando, ragazzino, si allenava da fermo al Cukaricki. Da destra, a giro sopra la barriera. Niente da fare per Navas visto che la palla ha tolto la ragnatela all’incrocio dei pali. Chapeau.

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