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Russiagate: Conte al Copasir conferma 2 incontri ma anche l’estraneità dell’Italia

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Ha convocato i giornalisti a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte, subito dopo l’audizione al Copasir durata due ore e mezza, per raccontare la sua verità sul Russiagate e sui due viaggi del procuratore generale statunitense William Barr in Italia per sgombrare il campo dalle “ricostruzione fantasiose” apparse sui media.
“Non ho mai interloquito con il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr, ne’ per telefono ne’ per iscritto”, ha assicurato Conte in merito al caso Russiagate.

Con gli interlocutori americani ha poi confermato: “ci sono stati due incontri. E’ stato chiarito che, alla luce delle verifiche fatte, la nostra intelligence è estranea in questa vicenda. Abbiamo rassicurato – spiega il premier – gli Usa su questa estraneità”.

I servizi segreti americani avevano richiesto alcuni incontri con l’intelligence italiana per garantire l’estraneità di Roma sul Russiagate. “La richiesta era in riferimento ad agenti dell’intelligence americana di stanza a Roma. Ci poteva essere l’eventualità che avessero lavorato insieme ai nostri servizi”, spiega ancora il presidente del Consiglio.

Poi sulla vicenda Mifsud spiega: Non posso declinare tutti i dettagli della vicenda, le attività afferivano soprattutto alla primavera-estate 2016 e riguardavano anche informazioni su Mifsud. E’ stato chiarito che non avevamo informazioni”. Joseph Mifsud è un docente maltese, che lavorò a Roma presso la Link Campus University, legato al caso Russiagate. Non si hanno tracce di lui da due anni, Sarebbe stato lui ad avvicinare Papadopulos, consigliere dello staff di Trump, offrendogli “migliaia” di email rubate dai russi a Hillary Clinton.

Infine l’affondo a Salvini sulla vicenda Moscopoli: “Rimango sorpreso – ha attaccato Conte – che Salvini pontifichi quotidianamente sulla questione Barr, sollecitandomi a chiarirla perché non gli tornava”. “La verità che Salvini mi ha chiesto – ha sottolineato – l’ho riferita. Io ho chiarito, quello che mi sorprende è che come Salvini, che ha una grande responsabilità, perché non solo era ministro dell’Interno, ma e si è anche candidato a guidare il Paese, a voler fare il presidente del Consiglio chiedendo pieni poteri, come lui non avverta la responsabilità di chiarire questa vicenda”.

“Forse Matteo Salvini dovrebbe chiarire che ci faceva con Gianluca Savoini, con le massime autorità russe, il ministro dell’Interno, il responsabile dell’intelligence russa. Dovrebbe chiarirlo a noi e agli elettori leghisti. Dovrebbe chiarire se idoneo o no a governare un Paese”, ha concluso Conte.

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