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Allarme peste suina africana in Piemonte e in Liguria: vietate caccia, pesca e trekking

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Allarme peste suina africana in Piemonte e in Liguria. Un’ordinanza dei ministri della Salute Speranza e delle Politiche agricole Patuanelli, vietate la caccia, la pesca e la raccolta di funghi e tartufi in 114 Comuni: 78 in Piemonte e 36 in Liguria. Al divieto fa eccezione unicamente la caccia di selezione al cinghiale per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus.

Sono escluse anche: le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali. I servizi regionali competenti, prosegue ancora il documento, su richiesta degli interessati, possono autorizzare, su motivata e documentata richiesta, lo svolgimento delle attività vietate, sulla base della valutazione del rischio da parte del CEREP”.

Stop a trekking, mountain bike e alle altre attività di interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti. L’ordinanza è valida per sei mesi, ma si sottolinea , “consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export”.

Le disposizioni “si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione”. L’obbiettivo dell’ordinanza è “porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della peste suina africana e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati”.

Confagricoltura ha fatto sapere che sono state attivate misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan) dove è stato deciso un temporaneo stop, all’import di carni e salumi made in Italy. Secondo le stime Cia-Agricoltori Italiani, sono a rischio le esportazioni, che attualmente si aggirano su 1,7 miliardi di euro.

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