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“Anche i calciatori piangono”: le lacrime più commoventi in campo

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“Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo”, scrisse una volta José Saramago.

Forse i suoi riferimenti non erano proprio i calciatori, ma come citava una vecchia telenovela sudamericana “Anche i ricchi piangono”. Dietro a macchinoni, ville super lusso, yacht a perdita d’occhio e Rolex come se piovesse, una cosa ci accomuna tutti, ricchi e poveri: le lacrime!

Di gioia, di disperazione, di allegria, di nostalgia. Quanti campioni hanno pianto e ci hanno fatto piangere inseguendo un goal o quando hanno dato l’addio ad un campo di calcio. Appena poche ore fa, le lacrime di Alessandro Florenzi dopo il rigore procurato al Porto che, ha deciso la partita e l’eliminazione dalla Champions League. Mani a coprire il volto e la disperazione per un errore umano, eppure così pesante per una città intera. Chi sa se anche Eusebio di Francesco ha pianto dopo l’esonero.

Lacrime da spezzare il cuore sono state invece versate per la scomparsa di Davide Astori capitano della Fiorentina, il 4 marzo di un anno fa. La sua grandezza dentro e fuori dal campo ha scosso la gente e attraversato tifoserie e curve avversarie unendo tutto e tutti in un immenso abbraccio viola. Getta fuori il pallone e piange in campo anche l’atalantino Ilicic quando il pubblico si alza in piedi per l’applauso in ricordo di Davide al 13′ di Atalanta-Fiorentina.

Lacrime in tutto il mondo anche per la scomparsa di Emiliano Sala, il calciatore italo-argentino inabissatosi nelle acque della Manica con il Piper che lo stava portando da Nantes a Cardiff, dove lo attendeva la sua nuova squadra.

Le lacrime che sicuramente tutti ricordano, tifosi di calcio e non, sono certamente quelle di Ronaldo il 5 maggio 2002. Un pianto ininterrotto per la finale scudetto persa con la Juventus, che ha fatto il giro del mondo, nonostante i social network fossero ancora agli albori.

 

E lacrime inarrestabili anche quelle di Gigi Buffon la cui ultima partita in Nazionale è coincisa con la mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018. Singhiozzi e voce strozzata durante l’intervista a caldo dopo il match.

Per non parlare del Totti Day. Il giorno in cui il capitano della Roma ha dato l’addio al calcio. All’Olimpico di Roma il 28 maggio 2017 è stato un pianto corale, quello di tifosi, sportivi in genere, compagni di squadra, dirigenti e di Daniele De Rossi in particolare. Una sinfonia di singhiozzi e di fazzoletti sventolanti. Occhi rossi e nasi gonfi per il tributo al Gladiatore della capitale sulle note del celebre film di Russell Crowe. 

E non è riuscito a resistere dopo aver visto sparire l’ultima speranza Angelo D’Angelo, 32 anni, centrocampista e capitano dell’Avellino, scoppiato in lacrime quando il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni ha ufficializzato il no al ricorso della società irpina contro la mancata iscrizione al campionato di Serie B.

Ma nel calcio ci sono anche goal che fanno piangere di gioia. Come quello di Federico Balzaretti che dopo una rete nel derby di Roma del 22 Settembre 2013 è corso sotto la curva Sud con tanto di lacrimoni in bella vista.

E perché il fenomeno portoghese Cristiano Ronaldo? Che commozione alla consegna del pallone d’oro 2013. Al quinto se n’è fatta una ragione. Ma CR7 si sa, è un animo nobile incline al pianto e alla disperazione, come quella che lo assalì ad Euro 2004 quando il Portogallo favorito, venne battuto in finale dalla Grecia. E ancora ad Euro 2016 quando il portoghese è stato costretto a lasciare il campo…in lacrime, nel corso del primo tempo della finale tra il suo Portogallo e la Francia, per un intervento falloso di Payet. Indimenticabile la sua disperazione dopo l’espulsione al 29’ del primo tempo a Valencia nel suo debutto in Champions League con la maglia bianconera, dopo un battibecco con Murillo.

E che gioia composta invece quella di capitan Javier Zanetti dopo aver vinto la Champions nella notte di Madrid del 2010. Non le ha trattenute neanche Mourinho, che di lì a poco avrebbe lasciato la panchina nerazzurra dopo lo storico triplete. Poi il 10 maggio meno aplomb per El Pupi, per il suo commovente addio al calcio al Meazza dopo 19 stagioni con l’Inter.

Ma le lacrime, quelle belle, quelle toste sono tutte di Fabio Pisacane, difensore del Cagliari. Nel 2000 gli viene diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré: Pisacane resta paralizzato. Ma lui non molla. E all’esordio in Serie A nel 2016 realizza il suo sogno e scoppia in lacrime. A dimostrazione che anche gli ‘eroi’ a volte piangono.

Ma sono tante le lacrime che hanno segnato la storia del calcio italiano. Quali sono per voi le più belle?

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