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ART-News incontra il duo romano “Perimetro Cubo”-L’intervista

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“L’Ultima Ovvietà” è l’album d’esordio del duo romano Perimetro Cubo, composto da Luigi Santilli e Andrea Orsini. Un progetto discografico che si compone di otto brani che sono il racconto in musica di incontri, desideri e rimpianti, curiosità e disincanto di una vita. Un viaggio che passa dal country al pop, dal rock  a  melodie acustiche.

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Attualmente il duo romano è  in rotazione radiofonica  con il singolo “10 (Dieci)” che ha anticipato “L’ultima Ovvietà”  il primo album di inediti della band uscito il 24 marzo e per l’occasione siamo riusciti a scambiare qualche battuta con loro.

 Perché avete scelto il brano “10 (dieci)” come lancio del disco e cosa rappresenta questo inedito per voi?

“E’ un brano particolarmente rappresentativo del nostro desiderio di giocare e metterci in gioco. E’ un pezzo sul viaggio, sia in senso fisico, come viaggio nel mondo, sia in senso metaforico, come viaggio alla scoperta di sé. E, giocando sia con le parole che con l’uso del violino, vuole raccontare sia la curiosità ed il desiderio che ci accompagnano nei nostri itinerari, sia quel senso di nostalgia che ci prende quando dobbiamo lasciarci alle spalle persone e luoghi “speciali” incontrati nel viaggio, con la consapevolezza che non li rivedremo più”.

In quanto tempo è nato l’album “L’ultima Ovvietà”?

“E’ stato un percorso lungo che comprende alcuni pezzi scritti un po’ di tempo fa, prima ancora che nascesse la collaborazione con Andrea, e poi rielaborati e riarrangiati con lui in questi ultimi due anni. Ma ci sono anche dei pezzi nati recentemente, ed in alcuni casi scritti proprio a 4 mani con lui”.

Perimetro Cubo_3_foto Massimo Melone_b

Quali sono state le tappe fondamentali che vi hanno portato alla realizzazione di questo disco?

“Ci conosciamo da tempo, siamo partiti un po’ per gioco, dal riarrangiare dei miei pezzi, e da lì abbiamo iniziato a scrivere cose nuove, divertendoci a costruire atmosfere musicali diverse. Poi, una volta completati e scelti i pezzi, siamo riusciti a coinvolgere alcuni musicisti davvero speciali, da Pierpaolo Ranieri al basso, Pasquale Angelini alla batteria, Alessandro Forte al piano e Stefano Semprini al violino, che hanno dato un sapore musicale multo più ricco a tutto l’album. La parte creativa e la registrazione sono state davvero divertenti, ma è stato solo l’inizio. C’è stato poi un lavoro lungo ed accurato per la produzione del disco (per la quale ci siamo affidati a MusicJStudio)”.

Avete definito il vostro album un viaggio che passa dal country al pop, dal rock a melodie acustiche. E’ stato difficile far convivere assieme generi musicali differenti fra loro?

“Ogni brano racconta una storia e delle sensazioni particolari. Ed il racconto è fatto di parole, ma anche di musiche ed atmosfere diverse. Ci è sembrato un processo del tutto naturale. Sicuramente c’è un mood rock, sullo sfondo, ma con tante sfumature diverse. E questo confrontarsi con stili diversi è stata quasi una necessità, visto che di fatto veniamo da percorsi e gusti musicali differenti”.

Avete dichiarato che il “L’ultima Ovvietà” è quello più amaro dell’album. E’ nata da qui la scelta di intitolare il disco così o vi sono dietro altre ragioni?

“Nell’album ci sono vari momenti di riflessione, anche amara, ed in questo senso, il brano “l’ultima ovvietà” ha un significato particolare. In realtà, al di là dell’amarezza del pezzo, ci sembrava che questo titolo si prestasse anche ad una lettura più leggera ed autoironica. Vorremmo che questo album rappresentasse qualcosa di non banale e di non “già sentito”.. Ecco speriamo proprio che non sia “l’ultima ovvietà”, in questo senso…”

Gli inediti contenuti nell’album sono tutti scritti da Luigi . Si tratta di testi autobiografici?

“Ci sono tante storie e tante sensazioni, sicuramente legate anche a momenti particolari della mia vita, ma credo siano sensazioni in cui molti si possano riconoscere. Ho sempre scritto anche per confrontarmi, in modo diverso, con quello che mi circonda. Per esempio c’è un pezzo in cui (in modo “discreto”, quasi silenzioso) parlo dell’insensatezza di una guerra (una delle tante, senza nome). Per fortuna si tratta di un’esperienza che non ho vissuto sulla mia pelle, ma immagino che ognuno di noi abbia provato sensazioni forti e momenti di riflessione pesanti di fronte a quello a cui assistiamo ai giorni nostri. In generale mi piace raccontare storie giocando con le parole, ma usando la melodia come parte essenziale del racconto”.

Andrea invece ti occupi delle musiche e degli arrangiamenti, quali sono state le influenze musicali che hai portato in questo album?

“Non c’è un’influenza specifica, ho sempre ascoltato di tutto, e mi piace confrontarmi con stili diversi. Ho avuto diverse esperienze da solista, e sicuramente mi piace che la chitarra sia al centro dell’attenzione negli arrangiamenti ,ma con tutte le sfumature possibili. Riesco ad amare Joe Bonamassa e Joe Satriani, ma anche i Pink Floyd e gli Oasis e mi piacciono le atmosfere degli Alterbridge. Il primo curioso punto di incontro nella conoscenza con Luigi è stata l’ascoltare insieme Myles Kennedy, leader degli Alterbridge ma che ultimamente collabora con Slash (e Luigi va matto per i Guns and Roses)”.

Come è nato il progetto Perimetro Cubo?

“Dall’incontro tra un cantautore ed un chitarrista, arrangiatore e polistrumentista dall’animo rock. E prima di tutto dalla voglia di scrivere e suonare, anche per gioco. Ma, piano piano, a questa voglia di fare musica abbiamo aggiunto un lavoro molto accurato e professionale, anche grazie alle collaborazioni di cui siamo riusciti ad avvalerci”.

Da dove ha origine il vostro nome?

“E’ un gioco, anche lui. E’ un ossimoro, la somma di due concetti che in matematica normalmente non si parlano e non si incontrano. E ci piaceva l’idea che potesse rappresentare l’unione di due esperienze personali e musicali molto diverse come le nostre”.

Quali sono le vostre aspettative nei confronti di questo album?

“E’ un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. E’ stato il frutto di un lungo lavoro, e siamo già molto contenti di averlo realizzato e dei primi riscontri; ma ora il disco ha iniziato un suo percorso, che ci piace osservare da fuori, con curiosità. E speriamo che possa incontrare e stimolare anche la curiosità di molti che non ci conoscono” .

Avete già programmato un tour promozionale?

“Stiamo pensando ai prossimi passi, in varie direzioni, sicuramente uno o più video, per raccontare anche in modi diversi alcuni dei brani, poi la dimensione live in cui vorremmo coinvolgere i musicisti che hanno collaborato alla realizzazione dell’album. E nel frattempo stiamo continuando a scrivere . Perché vogliamo che il gioco duri a lungo”.

www.facebook.com/perimetrocubomusic?fref=ts

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

Twitter:CarmenDeSio

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