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Caso Alessia Pifferi, la sorella Viviana: “Ergastolo? Non esiste una pena quantificabile per ciò che ha fatto a mia nipote”

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Alessia Pifferi, la sorella Viviana: “Non le porgerò più la mano”. Riprenderà il prossimo 10 ottobre il processo ad Alessia Pifferi, la donna che a Milano nel luglio del 2022 ha fatto morire di stenti la piccola Diana: sua figlia di soli 18 mesi. A “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus, la sorella Viviana Pifferi ha fatto rivelazioni importanti nel respingere categoricamente le accuse mosse a lei e alla sua famiglia dall’avvocato Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi. Intervistata da Fabio Camillacci e Tiziana Ciavardini, Viviana Pifferi ha detto: “La Alessia che ho conosciuto io non era affatto quella che è emersa dalla morte di Diana a oggi; compreso il suo assurdo comportamento al processo. Appariva come una donna normale seppur arrogante; non ci voleva mai, ci chiedeva aiuto solo quando si trattava di soldi, di problemi di casa. Ma mai richieste d’aiuto, della serie: non sto bene forse c’ho qualcosa, questo mai. Io non sapevo nemmeno che fosse incinta; lo aveva detto soltanto a mia madre e questo fu oggetto di scontro in famiglia in quanto chiesi per quale motivo non mi avessero informata della gravidanza di Alessia. E adesso Alessia dà della bugiarda a mia mamma”.

Poi Viviana Pifferi ha aggiunto: “In tutto questo non abbiamo mai saputo di chi fosse figlia la povera Diana, perché mia sorella non ci ha mai presentato ufficialmente qualcuno dei suoi fidanzati. Come è agli atti, confermo che quando è successa la tragedia, nel luglio del 2022, io e mia sorella non ci sentivamo da due mesi nemmeno per telefono perché avevamo discusso per una sua bugia inerente proprio alla bambina. E io le dissi ‘adesso basta, se vuoi la tua vita fai la tua vita ma io non mi faccio prendere in giro da te’. Ovviamente da quel momento chiedevo notizie della bambina a mia madre. Voglio precisare inoltre che Alessia il mio numero di telefono lo aveva, risulta anche dalle chat in cui c’è scritto ‘Vivi’, e ‘Vivi’ sono io”.

La replica all’avvocato della sorella: “Voglio smentire quello che ha detto sempre ai vostri microfoni l’avvocato Alessia Pontenani: non è vero che io non avessi memorizzato sul telefono il numero di mia sorella; anche questo risulta dalle chat che sono agli atti. Aggiungo che le foto e i video che spesso si vedono in televisione, li ho mandati io quindi come potevo non avere il numero di Alessia? Senza dimenticare che l’ultima chat che ebbi con mia sorella in cui litigammo è rimasta in memoria, pertanto l’avvocato Pontenani come fa a dire che non avevo nemmeno il numero di mia sorella? Alessia ci ha sempre avuto vicini, bastava una telefonata e noi c’eravamo; anche se oggi si diverte ad affermare il contrario. Resta il fatto che Alessia ha lasciato morire di stenti mia nipote e quindi oggi io non me la sento e non me la sentirò mai più di porgerle la mano, come invece feci in passato anche se lei non accettò mai il mio aiuto”.

Le conclusioni di Viviana Pifferi: “Ho provato a consigliarla in tutti i modi invitandola a trovarsi un lavoro e a portare la bambina al nido, ma lei ha sempre rifiutato il mio aiuto e i miei consigli e se permettete, dopo quello che ha fatto, io adesso non intendo tenderle più la mano. Ecco perché oggi io in tv o al processo mi presento con la maglietta su cui è ritratta Diana. Contrariamente a quanto dice mia sorella, io non sono a caccia di pubblicità, voglio solo dare voce alla povera Diana. Se mi aspetto una condanna all’ergastolo? Quello che ha fatto non ha punizioni, è stata una punizione terribile solo per Diana e questa cosa non è quantificabile in termini di pena”.

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