ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Delitto di via Poma: dopo 32 anni il caso si riapre, per far luce sulla morte di Simonetta Cesaroni

2 min read

E’ uno dei ‘cold case’ italiani più intricati. A distanza di 32 anni ancora non è stata fatta completa luce sulla morte di Simonetta Cesaroni, la segretaria romana di 20 anni ammazzata a Roma il 7 agosto del 1990 con 29 coltellate e il caso di via Poma si riapre.

Al momento tra gli inquirenti vige il massimo riserbo, ma la Procura capitolina, avrebbe riavviato l’attività istruttoria ascoltando testimoni dell’epoca tra cui l’allora dirigente della Squadra mobile di Roma, Antonio Del Greco.

Le nuove indagini, si starebbero concentrando su un sospettato che già all’epoca dei fatti finì nel mirino degli investigatori. Il suo alibi, a distanza di 32 anni, potrebbe essere smantellato da nuovi elementi.

Secondo le indiscrezioni de “Il Foglio”, la pm Ilaria Calò, che ha già sostenuto l’accusa contro Raniero Busco, l’ex fidanzato della vittima condannato a 24 anni nel 2011 e assolto nei due gradi successivi di giudizio, “ha già interrogato diversi testimoni e altri, in gran segreto, verranno convocati a piazzale Clodio nei giorni successivi. Gli sviluppi -scrive il quotidiano – potrebbero essere totalmente imprevisti. Forse, stavolta, la pista è quella giusta. Nel mirino degli investigatori un personaggio che era già comparso fin dalle prime ore dopo il delitto e che fu interrogato più volte sia in istruttoria sia in dibattimento”.

Plaude alla riapertura del caso l’avvocato di Busco: “Sono soddisfatto perché forse si arriverà al bandolo di questa matassa e si riuscirà a trovare il vero colpevole e liberare dal sospetto, che dura da 30 anni, una serie di personaggi assolutamente innocenti. Sento periodicamente Busco, sta superando lentamente questo trauma”. Sono queste le prime parole dell’avvocato Paolo Loria, storico difensore di Busco.

Autore