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Elezioni in Spagna: esito incerto e mandato d’arresto per Carles Puigdemont

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Potrebbe esserci una svolta nelle trattative per la formazione del nuovo governo in Spagna, dopo che le elezioni non hanno indicato un vincitore assoluto. I risultati delle urne non hanno visto trionfatore assoluto, con il Partito Popolare che ottiene il maggior numero di voti ma a spese del possibile alleato Vox, che dimezza i suoi seggi. E se i socialisti del premier uscente Pedro Sanchez tengono oltre ogni previsione ma vengono comunque sconfitti, gli indipendentisti catalani di Junts hanno in mano la chiave della governabilità: senza il loro apporto, si ritorna alle urne.

La possibile svolta nelle scorse ore, poichè il procuratore della Corte suprema, che dipende dall’esecutivo, ha chiesto al giudice Llarena di spiccare un mandato d’arresto europeo per estradare e imprigionare l’ex presidente catalano in esilio Carles Puigdemont e l’eurodeputato Toni Comin. Proprio gli indipendentisti, con i loro sette seggi, potrebbero garantire la rielezione del premier uscente Pedro Sanchez. Puigdemont, anche lui eurodeputato, è stato protagonista di un tentativo secessionista nel 2017 e da allora è ricercato dalla giustizia iberica. I reati contestati sono “disubbidienza” e “malversazione aggravata”.

La reazione non si è fatta attendere. “Un giorno sei decisivo per formare un governo spagnolo, il giorno dopo la Spagna ordina il tuo arresto”, ha scritto su Twitter Puigdemont facendo riferimento, appunto, ai risultati del suo partito politico, Junts per Catalunya, alle elezioni spagnole. I sette seggi degli indipendentisti catalani possono infatti essere decisivi per la riconferma di Sanchez. Polemico anche il tweet di Aleix Sarri i Camargo, l’assistente di Puigdemont: “Questo è il vero dialogo di Pedro Sanchez”.

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