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Fine dell’alleanza tra Calenda e Renzi. “Italia Viva vada via dai gruppi parlamentari”

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Il segretario di Azione Carlo Calenda ha ufficialmente annunciato la separazione dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. “I gruppi parlamentari si separeranno, lo ha detto Renzi.

Durante un’intervista alla trasmissione Agorà Calenda ha spiegato: “Ormai siamo due partiti separati, non ho più voglia di mettermi a discutere con Italia viva, faranno la loro strada e alle europee e noi faremo la nostra. La separazione dei gruppi dipende da loro, siccome quei gruppi sono stati eletti con un logo con un simbolo con il mio nome, io non posso andarmene via, lo possono fare loro. Lo facessero quando gli pare”.

“A me non frega niente di dove vanno a cena i compagni di Renzi, mi interessa se vanno a cena con un ministro di cui si chiedono le dimissioni, così i cittadini non capiscono niente”, ha detto il leader di Azione riferendosi alla cena avvenuta al Twiga tra alcuni esponenti di Italia Viva e il ministro Santanché.

La replica di Italia Viva: “A differenza di quanto affermato da Carlo Calenda ad Agorà – riferiscono fonti di Iv – il gruppo non ha il nome di Carlo Calenda. Il gruppo di cui Calenda fa parte assieme ad altri nove senatori si chiama Azione-Italia Viva-Renew Europe”.

Calenda si è poi soffermato sul lavoro del governo Meloni e in merito alla tassa  sugli extraprofitti delle banche ha dichiarato che la misura ottiene l’effetto opposto. “Se tu metti una tassa straordinaria hai due effetti: le banche prestano di meno quindi l’economia si ferma e gli investitori non si fidano più. Queste due cose insieme non funzionano, io capisco che è popolare dire “tasso le banche” ma così punisci i risparmiatori”.

Sul salario minimo: “Il mio atteggiamento sarà costruttivo domani all’incontro a Palazzo Chigi sul salario minimo, tra la premier Giorgia Meloni e le opposizioni. Quello che mi aspetto è che si discuta seriamente di un problema che tocca 3,5 milioni di persone che lavorano e non arrivano a fine mese. Per noi il salario minimo è un principio basilare che c’è nella gran parte dei Paesi europei. Io sono favorevole all’abolizione del reddito di cittadinanza per chi può lavorare, ha meno di 40 anni e non ha fragilità, ma ci deve essere una retribuzione congrua. Giorgia Meloni – ha sottolineato Calenda – dice che il rischio è che sia controproducente? E’ una cosa destituita da ogni fondamento. Lo assicuro a Meloni avendo lavorato per anni nelle imprese. Se c’è un contratto a 11 euro l’ora non è che rischi di abbassarlo a 9 euro. Questo appunto non esiste Giorgia, se parli con qualcuno che lavora nelle imprese te lo dice. Lo dice anche Confindustria. Io credo sia sbagliato fare dichiarazioni del genere. Io ho fatto una fatica enorme a mettere allo stesso tavolo Governo e opposizioni”.

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