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L’Europa si riunisce a Granada: migranti, Ucraina e l’allargamento dell’Ue i temi caldi

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 Il futuro dell’Europa si gioca oggi e domani nella penisola iberica, con due riunioni parallele: i presidenti al vertice di Arraiolos a Porto, i capi di governo al vertice informale a Granada. I grandi valori e le prospettive al centro del vertice portoghese a cui partecipa Sergio Mattarella, le politiche concrete e le regole al centro del vertice informale a cui partecipa Giorgia Meloni: “Sono soddisfatta, siamo tutt’altro che isolati”, ha detto la premier sui migranti.

Meloni: “Presto norma sulla governance sul piano Mattei”. “L’Italia – ha ribadito la premier a Granada – vuole un approccio non paternalista” per l’Africa “ma abbiamo bisogno di un’Europa che ci creda nel suo complesso”. Quindi la Meloni ha aggiunto: “Siamo a un punto d’arrivo con una norma sulla governance relativa al piano Mattei per l’Africa che a novembre presenterò naturalmente in Parlamento”.

Contro il Patto sui migranti la Polonia ribadisce il suo ‘No’. Il premier polacco Mateusz Morawiecki, prima di partire per Granada ha ribadito che durante la sua visita intende ribadire un “veto duro” contro il Patto. “È necessario – ha aggiunto – porsi una domanda molto importante: perché dovremmo accettare questa imposizione da parte di Bruxelles? Noi non lo accettiamo. Si sta creando un problema crescente, significa invitare altre centinaia di barche piene di immigrati clandestini. Non vogliamo un’altra Lampedusa in Polonia”

Nel corso del vertice la Meloni ha incontrato Volodymyr Zelensky. Via X il presidente ucraino ha ribadito che nel corso del bilaterale è stato “riaffermato il forte partenariato italo-ucraino. Ho ringraziato l’Italia per il suo sostegno di principio e costante nel proteggere la nostra libertà, il nostro popolo, le nostre famiglie. Ho informato il Primo Ministro dei progressi della nostra controffensiva e delle nostre esigenze prioritarie di difesa. Abbiamo discusso del prossimo pacchetto di aiuti militari dell’Italia, compresi i modi per rafforzare la nostra difesa aerea”.

Al centro del vertice di Granada anche la questione Serbia. La presidente del Kosovo, Vjosa Osmani, ha chiesto alla comunità internazionale di imporre sanzioni alla Serbia per i fatti del 24 settembre a Banjska, nel nord del Kosovo, conditio sine qua non, per incontrare il presidente serbo Aleksandar Vucic. Durante un attacco serbo alla polizia kosovara a Banjska, il 24 settembre scorso, sono rimasti uccisi un agente kosovaro e tre serbi assalitori.

Anche l’Albania preme per le sanzioni. Il premier albanese Edi Rama ha infatti dichiarato: “Per la prima volta negli ultimi dieci anni, l’Albania non è allineata con la dichiarazione di politica estera dell’Ue”. “Il semplice fatto che la Serbia abbia dichiarato una giornata di lutto nazionale per i membri del gruppo che ha ucciso l’agente di polizia era abbastanza perché l’Ue” dichiarasse la cosa “inaccettabile” e “punibile”, ha spiegato Rama, ribadendo la necessità di “prendere delle misure” contro la Serbia.

Annullata la conferenza stampa finale. Ufficialmente perché “l’agenda dei leader lo ha reso impossibile”, fa sapere una fonte Ue. La cena della Cpe di questa sera, dopo la visita all’Alhambra, è invece confermata.

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