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Rassegna: finale Champions, giornata di vigilia. Parlano entrambi gli Ancelotti. Milan, c’è un problema da risolvere. Maldini apre una questione importante

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Rassegna stampa di venerdì 27 maggio, vigilia della finale di Champions League, l’evento europeo più atteso dell’anno. Di fronte Real Madrid e Liverpool in quel di Parigi, città ospitante. E a poche ore dal match che scriverà un’altra pagina di storia del calcio mondiale ha parlato Ancelotti ma non Carlo, il figlio Davide: “Preoccupato? Più che altro provo felicità, dopo un percorso incredibile, rimonte bellissime. Abbiamo eliminato squadre fortissime: Paris Saint-Germain, Chelsea, Manchester City…Dire che non siamo favoriti è un azzardo. Nessuno si aspettava che saremmo arrivati fin qui. Abbiamo fiducia e rispetto per una squadra che in questo momento se non la migliore, è tra le due-tre migliori del mondo. Dormire? Eh, non sono come mio padre, che riesce a staccare la spina e isolarsi dallo stress: questo gli ha permesso di fare l’allenatore per trent’anni”. E poi le parole più attese, quelle di Carlo rilasciate in un’intervista nella giornata di ieri: “Sarà la mia quinta finale? Ci ho pensato. Sì, sono passati tanti anni dalla prima volta. Il calcio è cambiato e sono riuscito ad adattarmi ai cambiamenti. Dalla prima finale del 2003 a oggi ci sono stati molti miglioramenti. Il calcio è sempre uno spettacolo interessante e io mi adatto perché ho una grande passione per questo sport”.

E dalla finale di Champions, pensando un po’ al Milan, ai rossoneri veri e propri, i quali si trovano a fare i conti con un problema grande in casa, immediatamente dopo la vittoria del campionato.

QUESTIONE INTERNA-  “Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato. Per il percorso fatto e la vicenda Rangnick trovo poco rispettoso che l’a.d. ed Elliott non si siano neppure seduti a parlare, dico solo a parlare. Perché loro potrebbero dirci ‘Il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare’ o può essere che io dica ‘La vostra strategia non mi piace’. A me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene”. A parlare è Paolo Maldini, il responsabile dell’area tecnica, come riportato da Sportmediaset, racconta tutto a Gazzetta dello sport, nel momento in cui sono ancora in corso i festeggiamenti per il diciannovesimo scudetto. Un episodio che ricorda in parte quanto accadde con Boban, il quale espresse le proprie perplessità sempre a Gazzetta dello sport.

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