ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Rassegna: Roma, Mourinho chiarisce sul proprio futuro. Milan, dalle parole di Furlani un dettaglio inquietante sul recente passato

2 min read

Rassegna stampa di martedì 21 novembre, José Mourinho si è raccontato in una intervista al TG1, parte della quale già trasmessa, come riportato da Sportmediaset: “Mourinho resterà qui? Non lo so… L’ultima volta che ho parlato con Dan è stato 10 minuti dopo la Lazio, in ufficio. La settimana scorsa ho parlato con Ryan. Parliamo del lavoro di oggi non di rinnovo. Sogno un’altra finale. Nella storia della Roma è stata la prima volta che ha fatto due finali europee di fila. Se pensi a tre? Pensi a squadre mitiche. Non ci proviamo? Certo, ci proviamo. Totti? È il numero 1 della storia della Roma. Collaborare con lui? Capisco la domanda, ma devo rispondere in modo ‘difensivo’. Ho anche la fama di essere difensivo, anche se la mia squadra segna sempre tanti gol. È una cosa tra Francesco e la società”.

Milan, Giorgio Furlani, ha parlato del passaggio di proprietà dalla gestione Yonghong Li a Elliott.

SUL MILAN DEL PASSATO- “C’è stato, quando ero con Elliott, un finanziamento di controllo e poi Elliott è diventato proprietario per caso, per sbaglio, per fallimento dell’azionista. La società Milan non era sostenibile come lo è oggi e sì, era vicina al fallimento. Come Elliott abbiamo dovuto fare un grande turn around, che si è basato su quattro colonne fondamentali: per primo il successo sportivo, perché non c’è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo; per secondo l’aggiustamento dei costi, soprattutto quelli relativi ai calciatori che erano troppo alti per le performance; per terzo gli investimenti nell’area commerciale per avere ricavi commerciali da reinvestire e per quarto – ahimé – il nuovo stadio. Abbiamo provato a fare il progetto San Siro, ora ci siamo buttati su San Donato. RedBird Una volta generate risorse, le reinvestiamo per la crescita della rosa con l’investimento per i calciatori. Togliere il decreto crescita sarebbe la distruzione del calcio italiano. Basta guardare ai risultati dei club italiani nelle ultime coppe europee. A livello economico siamo sotto gli altri mercati, in un contesto difficile, ed è difficile fare un progetto stabile. Per cui l’unica leva che ci rende competitivi, a livello relativo, con i top campionati europei è il decreto crescita”. Ospite del DLA Piper Sport Forum, queste le parole dell’amministratore delegato del Milan.

Autore