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Rdc addio, adesso c’è “Mia”. Cambia il sostegno contro la povertà

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Addio al Reddito di Cittadinanza. Almeno per come lo abbiamo conosciuto finora. La discussa norma che doveva contrastare la povertà – ma che in realtà si è rivelata un escamotage economica per diversi furbetti – lascia spazio a Mia, ovvero “Misura di inclusione attiva”. Cambia anche la durata del nuovo sostegno e ci sarà la divisione in due categorie: occupabili e famiglie povere senza possibilità di lavorare. Per i primi il tetto massimo di sussidio sarà di 375 euro mentre per le seconde l’importo base sarà di 500 euro.

Appuntamento a settembre.
 La misura dovrebbe arrivare subito dopo l’estate, anche se il Mef precisa che per ora nessuna bozza è sulla riforma è sottoposta all’esame. Per quanto riguarda le categorie dei beneficiari, la divisione è chiara e netta: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime sono quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile; le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età. Una differenziazione rispetto al vecchio Rdc riguarda anche i tempi del sostegno, per i quali è prevista una stretta. Per i poveri la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi; per gli occupabili non oltre un anno.

Un errore togliere il Rdc. Almeno secondo il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, convinto che eliminare il sussidio – così com’è conosciuto – a chi non ha un lavoro può rivelarsi un problema. “Il reddito minimo è una misura prevista dall’Unione Europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito” ha detto Tridico, aggiungendo che “L’Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo, consentire a coloro che pur non trovando il lavoro perdono il reddito”.

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