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Referendum art.18: respinto il quesito della Cgil

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No al referendum sull’art.18. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dalla Cgil che puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa.

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La decisione è passata con 8 voti a favore e 5 contrari.

La giudice Silvana Sciarra, che aveva ricevuto l’incarico di relatrice del caso, era invece a favore dell’ammissibilità: per questo, come avviene in casi di questo tipo, non stenderà il testo della sentenza con le motivazioni, che dovrebbero esere scritte dal vice presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi.  

Via libera invece al quesito che chiede l’abrogazione delle norme sui voucher, aumentati del 27 mila per cento e dei quali il governo promette miglior uso.  

Lo strumento va modificato, ma “hanno una loro utilità”, ha dichiarato il ministro del lavoro Poletti, aggiungendo che: “non vanno aboliti per evitare che l’alternativa sia il lavoro nero”.
Sì anche al referendum contro le norme che limitano la responsabilità in solido fra appaltante e appaltatore. La consultazione referendaria, secondo quanto prevede la legge, dovrà svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Salvo, però, elezioni anticipate: La Cgil però non demorde e sull’art.18 annuncia ancora battaglia, a partire da un ricorso alla Corte europea.  

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