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Si ferma a 200 km da Mosca la ribellione della brigata Wagner in Russia

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Dopo essersi ribellata, la brigata Wagner ha fermato la sua avanzata a 200 chilometri da Mosca. Sembra che a fermare il tentativo di ribellione delle truppe mercenarie sia stata la mediazioni del presidente bielorusso Lukashenko.

Lo “chef di Putin” ha tenuto il mondo con il fiato sospeso per 36 ore ma ora le i suoi miliziani non saranno perseguiti. Resta invece incerto il destino dei vertici militari russi accusati da Prigozhin di avere attaccato i suoi uomini mentre la sua marcia, giunta indisturbata fino a 200 chilometri da Mosca, rischia comunque di mostrare i punti deboli del regime.

“Torniamo indietro per non spargere sangue”, ha spiegato il capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin. Prima dell’annuncio, sono state ore di grande tensione nella capitale russa: in molti sono scappati e si è registrata una massiccia evacuazione degli edifici pubblici.

Putin aveva dichiarato in un messaggio video alla nazione: “Siamo stati pugnalati alle spalle”. Ma poi la ribellione è rientrata. Il capo del gruppo andrà in Bielorussia, e le accuse contro di lui e contro i suoi mercenari verranno ritirate, ha quindi annunciato il Cremlino: coloro che lo vorranno, potranno firmare contratti con il ministero della Difesa russo, a patto che non abbiamo preso parte al tentativo di insurrezione.

Sempre il Cremlino ha reso noto che Putin “è riconoscente a Lukashenko” per la sua mediazione.

E intanto l’Ucraina approfitta del terremoto in Russia per lanciare una grande offensiva sul fronte orientale. Nel primo pomeriggio di ieri le truppe ucraine hanno liberato posizioni nel Donbass conquistate dai russi nel 2014, in particolare parti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr).

“E’ solo l’inizio”, promette Zelensky. Il Paese ha assistito con un mix di stupore, speranza e senso di rivalsa al precipitare della situazione in Russia, diffondendo voci su una presunta fuga di Putin da Mosca. In serata il presidente ucraino parla alla nazione in russo: “L’uomo del Cremlino è ovviamente molto spaventato e probabilmente si nasconde da qualche parte”.

E intanto i Paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti e le potenze occidentali del G7 dichiarano di monitorare attentamente la situazione. Il primo ministro britannico Rishi Sunak invita “tutte le parti a essere responsabili e a proteggere i civili”. Il presidente ucraino Zelensky ritiene che “la debolezza della Russia è evidente” e assicura che “l’Ucraina è in grado di proteggere l’Europa dal male e dal caos russo”.

 

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