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Torino-Lione: i ‘No Tav’ sul piede di guerra. Bombe carta e petardi contro la polizia

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La ripresa dei lavori in Valle di Susa per l’Alta velocità Torino-Lione non sono passati inosservati. Glia attivisti ‘No tav’ sono subito entrati in azione e si sono sparpagliati nei , attorno al cantiere di Chiomonte della Torino-Lione.

Secondo fonti investigative circa 250 manifestanti incappucciati si sono divisi in vari gruppi. Le forze dell’ordine sono bersagliare da tre diversi punti con lanci di petardi, bombe carta e sassi. In risposta sono stati lanciati gas lacrimogeni. Il tentativo dell’area oltranzista dei No Tav è di superare, aggirandoli, gli schieramenti di polizia e carabinieri per poi raggiungere così le recinzioni del cantiere di Chiomonte. Ci sarebbero due feriti tra le forze dell’ordine. Si tratta di un agente di polizia e di un militare della guardia di finanza.

L’appuntamento odierno era stato convocato dopo la ripresa dei lavori di allargamento del cantiere di Chiomonte e dopo le tensioni di qualche giorno fa nella stessa Valle. All’assemblea del mattino, al campo sportivo di Giaglione, sono intervenuti anche i leader storici del movimento come Alberto Perino e Nicoletta Dosio. Presenti molti giovani e gruppi provenienti anche da altre città d’Italia.

In questa stessa mattinata è però andato in scena anche l’altro volto della protesta: il Movimento ‘Sì Tav’, capeggiato dal politico Mino Giachino, si è infatti ritrovato in piazza Castello a Torino per manifestare in favore dell’opera. Presenti in questo caso qualche decina di persone. “Torino sarà bellissima se ci sarà lavoro e speranza per tutti. Altrimenti sarà bellissima solo per quella parte di città che sta bene”. Così Mino Giachino, esponente di spicco dei ‘Si Tav’ e fondatore del movimento ‘Sì Tav Sì lavoro’.

Giachino: “Siamo qui a fronte dei ripetuti attacchi al cantiere del futuro”. “La Tav è l’opera del futuro, che rilancerà il lavoro in bassa Val di Susa, a Torino e nel paese”. Per i Si Tav la Torino-Lione “ci rimetterà in rete con il mercato mondiale, con l’economia globale. Farà ritornare Torino al centro degli investimenti esteri che negli ultimi anni non ci sono più stati”. “Dire no alla Tav – continua Giachino – vuol dire di no al lavoro e alla speranza di futuro. Invito i giovani che vanno a protestare davanti al cantiere a mettere le loro energie insieme alle nostre per costruire il futuro, perché noi rappresentiamo la società civile che vuole modificare le cose non la società civile dei salotti”.

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