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Unesco: Usa e Israele lasciano l’organizzazione

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Via dall’Unesco a partire dalla fine del 2018. Lo hanno annunciato gli Stati Uniti e Israele. La scelta – riferisce il dipartimento di Stato – “non è stata presa con leggerezza e riflette le preoccupazioni americane per i crescenti arretrati” da versare “all’Unesco, la necessità di riforme fondamentali dell’organizzazione e la prosecuzione del pregiudizio anti Israele all’Unesco”. La decisione è stata motivata accusando l’organizzazione basata a Parigi di “inclinazioni anti israeliane”.

Gli Usa intendono diventare poi un osservatore permanente della missione per “contribuire alle visioni, prospettive e competenze americane su alcune delle importanti questioni affrontate dall’ organizzazione inclusa la tutela del patrimonio dell’umanita’, la difesa della libertà di stampa e la promozione della collaborazione scientifica e dell’educazione. Immediato il commento della direttrice generale dell’Organizzazione con sede a Parigi, Irina Bokova, che si è detta rammaricata: “È una perdita per l’Unesco. È una perdita per la famiglia delle Nazioni Unite. È una perdita per il multilateralismo – ha dichiarato la Bokova – il compito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura non è finito e continueremo ad andare avanti per costruire un 21esimo secolo più giusto, più pacifico e più equo, e per questo l’Unesco ha bisogno dell’impegno di tutti gli Stati”.

E il premier Benyamin Netanyhau – che è anche ministro degli affari esteri – ha dato istruzioni di “preparare l’ uscita di Israele dall’Unesco in parallelo con gli Usa”. Lo riferisce l’ufficio del primo ministro.

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