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Mattarella: contro il voto ad ottobre, meglio un governo di tregua fino al 2019

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Strada impervia e tutta in salita quella che porta alla formazione di un nuovo governo, obiettivo principale del Quirinale che, presto scenderà in campo. Dopo la direzione del Pd di oggi, domani darà il via a un nuovo giro di sondaggi delle forze politiche. Probabilmente l’ultimo. Dopo di che, in assenza di novità, prenderà l’iniziativa di un governo di tregua che possa almeno arrivare al 2019 salvando la Finanziaria. Ma la possibilità di un voto a ottobre resta in piedi.

Le speranze di mettere d’accordo i vari partiti sono estremamente flebili, al limite dell’impresa e così Mattarella costretto dal blocco totale dei partiti su ogni ipotesi di maggioranza, dall’avversione delle forze politiche a ogni logica di coalizione,domani probabilmente farà sentire la sua voce, lanciando un appello a metter da parte almeno per un po’ veti e personalismi per il bene dell’Italia.

La motivazione di queste ultime consultazioni si inserisce nelle intenzioni del presidente di non lasciare nulla d’intentato. Dunque si cercherà di capire se ci sia la possibilità di affidare un pre-incarico a qualcuno che possa avere qualche chance. Un tentativo, si badi bene, da portare avanti sempre nell’ottica di un accordo che garantisca al Colle una maggioranza parlamentare. Sono troppi infatti i seggi che mancano alla coalizione di centrodestra per poter ragionare su un governo di minoranza.

Quello che preoccupa maggiormente il capo dello Stato è un voto a ottobre, sia perché replicherebbe le stesse difficoltà di maggioranza, sia perché renderebbe impossibile l’approvazione della Legge di Bilancio 2019 e quindi aprirebbe la porta all’aumento dell’Iva.

Ecco perché Mattarella, qualora ogni tentativo risultasse vano, proverà a formare un governo di tregua spendendo la sua autorevolezza e quella dell’istituzione che rappresenta. Anche l’idea paventata da Salvini della Lega, di cambiare la legge elettorale in 15 giorni attraverso modifiche del premio di maggioranza è considerata irrealistica e non costituzionale.

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