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Inter, Icardi chiede reintegro e 1,5 milioni di risarcimento

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E’ rottura totale tra Mauro Icardi e l’Inter. L’attaccante argentino fa causa al club per mobbing chiedendo 1,5 milioni di euro di risarcimento danni e il reintegro alla sessione di allenamento tattica. E’ l’ultimo atto di una querelle senza fine, un rapporto ormai logoro e da tempo irrecuperabile. Icardi, però, si sente parte lesa, maltrattato ingiustamente dal club e dopo aver rifiutato tutte le offerte arrivate nella sede nerazzurra, chiama gli avvocati e fa causa alla società. Difficile dire come andrà a finire. Ad Appiano Gentile, Icardi si è sempre allenato, saltando solo la parte finale, quella di tattica, appunto perché fuori dal progetto tecnico di Antonio Conte e quando si è riacutizzato il problema al ginocchio ha sempre avuto a disposizione lo staff medico nerazzurro.

L’amministratore delegato Beppe Marotta, che oggi si dice ottimista per una chiusura della telenovela, ha sottolineato il valore del giocatore e il rispetto nei suoi confronti per la grande professionalità che ha sempre dimostrato. Invece la telenovela non si chiude ancora e si arricchisce di un colpo a sorpresa che lascia tutti sbigottiti. L’Inter si dice incredula: il divorzio è ormai definito e la storia d’amore iniziata nel luglio 2013, arricchita da 124 gol, finisce nel peggiore dei modi.

Tutto è iniziato il 13 febbraio scorso quando l’Inter annunciava di aver tolto la fascia di capitano a Icardi per assegnarla ad Handanovic. Prende il via così una guerra tra l’argentino e la società, ma il primo vero passo falso lo fa forse proprio l’attaccante disertando la convocazione contro il Rapid Vienna in Europa League. Poi la scelta del club di metterlo sul mercato, il muro contro muro e infine le carte bollate. E’ la parabola di Icardi che da capitano, uomo immagine, bomber a cui veniva concesso il rinnovo quasi ogni stagione, passa ad essere prima isolato dal club, poi dai compagni, fino all’epilogo della causa per mobbing. Pesa il ruolo di Wanda Nara, ingombrante moglie e agente, incline ad un uso spropositato dei social network e a continue interferenze nelle vicende dello spogliatoio e di campo.

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