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Jobs act: oggi alla Camera voto finale, dissidenti nel Pd

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Riprende oggi, quindi, l’esame del Jobs act, con 109 ordini del giorno. Ma il provvedimento, dopo essere approvato alla Camera, per avere l’ok definitivo, dovrà tornare in Senato, poiché il testo è stato modificato dalla commissione Lavoro dove sono stati approvati gli emendamenti frutto dell’accordo tra il governo e la minoranza Pd che puntava a ridimensionare la possibilità di modificare lo Statuto dei lavoratori.

Tra le novità più significative, la norma che da una parte esclude per le nuove assunzioni la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici e dall’altra parte conserva il diritto al reintegro nel posto di lavoro solo per i licenziamenti “nulli e discriminatori” e per “specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato”, che poi verranno definite nei decreti delegati dall’esecutivo.

Molti i malumori della minoranza all’interno del Pd ma il presidente del partito, Matteo Orfini, invoca di mantenere un po’ di unità, in omaggio al grosso lavoro svolto finora. Per Cuperlo, invece, non ci sono le condizioni per il sì”.

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