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Damasco: tre esplosioni al mausoleo sciita. L’Isis rivendica l’attacco

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Il bilancio dell’attentato al mausoleo sciita di Sayyida Zeinab, a Sud di Damasco, si aggrava. Secondo i media siriani sono almeno 86 persone rimaste uccise e 110 quelle ferite nelle tre esplosioni causate da un’autobomba e da due attentatori suicidi. Testimoni hanno raccontato che i terroristi hanno bruciato e crivellato di proiettili molte persone per le strade di Dalori. Un uomo, che è riuscito a fuggire nascondendosi su un albero, ha raccontato di aver sentito le urla di molti bambini tra le fiamme.

L’esplosione a Damasco “è chiaramente mirata a colpire gli intenti di iniziare un processo politico” nei colloqui di pace di Ginevra. Lo ha dichiarato l’alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini. La stessa ha aggiunto che questa è “probabilmente l’unica opportunità di mettere fine al conflitto in Siria, che ha causato e continua a causare tanta sofferenza a tante persone”.

Il sito è già stato preso di mira in passato: nel febbraio del 2015 un attacco suicida a un posto di blocco vicino al mausoleo causò la morte di quattro persone e il ferimento di altre 13. Nello stesso mese venne colpito anche un autobus di pellegrini libanesi diretto alla moschea, in un attentato rivendicato dal Fronte al Nusra, legato ad al Qaida, e costato la vita a nove persone.

Secondo Al-Jazeera, la strage sarebbe stata rivendicata dall’Isis. La tv di Stato ha mostrato un video con edifici e auto in fiamme

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