Delitto Giulia Tramontano, parla la sorella: “Impagnatiello la stava avvelenando”
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Alessandro Impagnatiello aveva tentato di avvelenare Giulia Tramontano in diverse occasioni, per questo la donna soffriva di continui mal di pancia. A raccontarlo è Chiara Tramontano, la sorella di Giulia, che ha testimoniato nel corso della nuova udienza dibattimentale nel processo sul femminicidio della 29enne incinta di 7 mesi uccisa con oltre 30 coltellate dal compagno. Impagnatiello, detenuto nel carcere San Vittore, è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi, rapporto di convivenza, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Per questo rischia l’ergastolo.
Nei passaggi chiave della testimonianza di Chiara sono emersi altri dettagli della triste vicenda. “Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo, in ogni cibo odore strano. Diceva a mia madre che il latte il giorno dopo che lo aveva aperto aveva un sapore strano. In ogni cosa trovava un sapore strano”, ha detto Chiara, raccontando di acqua che odorava di “candeggina” e dei costanti dolori allo stomaco della sorella. “Beveva tante tisane – ha aggiunto – ma non trovava sollievo”. Tra le accuse rivolte a Impagnatiello c’è proprio il tentativo di avvelenare Giulia con del topicida. Un fatto che si sarebbe protratto per mesi.
Chiara Tramontano, nella sua ricostruzione, ha raccontato delle confidenze di Giulia. Ha ripercorso i mesi dall’inizio di quella relazione, alla scoperta di Giulia del tradimento attraverso delle cuffiette che, collegate all’iPad, le hanno consentito di geolocalizzarlo e di scoprire che ogni giorno si recava in un luogo dove c’era “un bar e dei palazzi dove vivono immigrati”. Lui prima le aveva spiegato che era per una pausa sigaretta e poi che c’era un posto dove comprarle un gioiello. Chiara – tra le altre cose – ha ricordato del giorno in cui ha scoperto la gravidanza della sorella. Con Impagnatiello che all’inizio non voleva il bimbo salvo poi cambiare idea.
