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Ennesimo orso trovato morto in Trentino, è F36: la procura apre un’inchiesta

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Ancora una vittima tra gli orsi italiani. Questa volta è toccato a F36, rinvenuta senza vita nella sera di ieri, in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie. Ad accertare il decesso del plantigrado è stato il personale del corpo forestale trentino, dopo che si è attivato il sensore di mortalità di cui era dotato il radiocollare dell’orsa.

Su di lei pendeva la condanna a morte firmata da Fugatti. A inizio settembre, il presidente della Provincia di Trento, aveva infatti firmato l’ordinanza di prelievo tramite abbattimento, poi sospesa dal Tar di Trento per il ricorso delle associazione animaliste.

L’esemplare era stato attenzionato dopo due episodi; ovvero di un’aggressione, avvenuta per proteggere il cucciolo lo scorso 30 luglio in località Mandrel dopo l’incontro con due giovani (pare cacciatori) e del falso attacco a una coppia di escursionisti il successivo 6 agosto, in località Dos del Gal. Entrambi gli incontri sarebbero avvenuti in presenza del cucciolo e quindi probabilmente per proteggerlo.

Sulla vicenda la procura ha aperto un fascicolo. Il recupero della carcassa, consegnata all’Istituto Zooprofilattico per gli accertamenti, si è svolto nella mattinata di oggi a causa della difficoltà nel raggiungere il punto di ritrovo. Da un primo esame esterno della carcassa non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte.

Enpa: “Preoccupati per il cucciolo”. La presidente nazionale Enpa Carla Rocchi ha definito l’ennesima morte di un orso, “un fatto di una gravità inaudita che ripugna e colpisce le coscienze di tutti gli italiani e che, se dovesse essere confermata l’ipotesi del bracconaggio, ha una sola responsabile: la politica faunicida di Maurizio Fugatti”. La presidente ricorda che “Dopo M62, F36 è il secondo orso condannato a morte dalla Provincia Autonoma di Trento che viene trovato privo di vita. Aspettiamo che la magistratura faccia le dovute indagini, tuttavia riesce difficile, molto difficile, pensare a un incidente”. Per fare chiarezza su quanto accaduto l’ufficio legale Enpa presenterà denuncia per uccisione di animali. Intanto l’associazione animalista si dice estremamente preoccupata per l’incolumità del cucciolo di F36 che potrebbe non sopravvivere senza le dovute cure materne. Quindi l’appello della Rocchi: “Mi appello al senso di responsabilità di tutti, politici, allevatori, agricoltori e associazioni di categoria: si abbassino i toni e si ponga fine alla guerra contro gli orsi, i lupi e tutti gli animali selvatici. La situazione sta sfuggendo di mano. In Italia rischiamo un vero irreparabile biocidio”.

Oipa: “vogliamo essere presenti all’autopsia”. L’Organizzazione internazionale protezione animali si dice “sgomenta per l’ennesima morte, in pochi mesi, di un plantigrado in territorio trentino, e chiederà di essere presente all’autopsia dell’orsa con un proprio perito, tanto più che in una scarna nota la Provincia di Trento oggi dichiara che ‘da un primo esame esterno della carcassa non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte’”. L’associazione ha inviato richiesta di accesso agli atti riservandosi ulteriori azioni, anche penali, sulla base della documentazione che sarà fornita.

Wwf, si fomenta “clima di allarme e odio”. Questo clima generato “da una parte del mondo politico e di quello venatorio (che in molti casi ormai coincidono totalmente), non aiuta a raggiungere una pacifica coesistenza tra fauna ed essere umano e a migliorare il livello di accettazione sociale dei grandi carnivori da parte delle comunità locali”. Inoltre, continua il Wwf, “alle autorità competenti chiediamo ora un impegno straordinario per tutelare il cucciolo di F36 che, come i cuccioli di Amarena rimasti orfani per un atto di bracconaggio che ha causato la morte della loro madre in Abruzzo, si trova ad affrontare i delicati mesi che precedono l’ibernazione senza la fondamentale protezione della madre”.

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