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Europei a Roma col pubblico: la Figc ottiene il via libera del Governo. Fine della telenovela?

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Sta assumendo sempre più i contorni della barzelletta inopportuna la questione italiana Europei di calcio col pubblico o no. Soprattutto perchè siamo ancora in piena pandemia con circa 500 morti al giorno per Covid-19. Ma lo sappiamo, il presidente della Figc Gabriele Gravina è lo stesso che d’accordo con il patron della Lazio Claudio Lotito voleva far ripartire la Serie A in pieno lockdown; ed è lo stesso che in estate autorizzò, anzi favorì, l’arrivo di migliaia e migliaia tifosi del Napoli nella sua Castel di Sangro. Tifosi partenopei che affollarono il piccolo stadio del piccolo centro d’Abruzzo senza distanziamento e senza mascherine. Stendiamo un velo pietoso su tutto questo. Ricordiamo che Euro 2020 (quello saltato l’anno scorso causa coronavirus), come previsto, sarà il primo in versione itinerante e non ospitato da una sola o due Nazioni al massimo.

Le precedenti tappe della querelle Europeo. Nei giorni scorsi, siamo passati dal via libera del ministro della Salute Roberto Speranza, al no del Comitato tecnico scientifico. Fino all’assurdo ultimatum lanciato dai tromboni dell’Uefa: “Entro il 19 aprile, l’Italia ci dica se a giugno-luglio, allo stadio Olimpico di Roma, potrà far entrare spettatori almeno fino al 25% della capienza”. Ma come si fa a prendere una decisione simile con quasi due mesi d’anticipo? E’ una protervia nei confronti della sovranità di uno Stato alle prese con una grave emergenza sanitaria. Nonostante tutto, l’Italia, almeno per ora, ha dato una risposta alla Federazione europea. Una risposta positiva giunta con qualche giorno d’anticipo rispetto all’ultimatum.

Il semaforo verde è arrivato attraverso una lettera dell’ex schermitrice Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport. Una lettera arrivata in pieno Consiglio federale per conto ovviamente del governo Draghi in cui si legge: “Stadio Olimpico aperto al 25% della capienza per gli Europei”. Tradotto: meno di 15 mila spettatori. Questo il calendario: 11 giugno Italia-Turchia, 16 giugno Italia-Svizzera, 20 giugno Italia-Galles. Poi, il 3 luglio nella Capitale si giocherà un quarto di finale della rassegna continentale che terminerà con la fase finale tutta a Londra. Le 12 città che ospiteranno gli Europei sono: Roma, Copenaghen, Bucarest, Amsterdam, Dublino, Bilbao, Budapest, Glasgow, Baku, Monaco di Baviera, Londra e San Pietroburgo.

Restano al vaglio della Uefa le situazioni di Dublino (che rischia di essere sostituita da Manchester), Bilbao (Siviglia o Madrid le alternative) e Monaco di Baviera. Intanto Gravina soddisfatto commenta: “L’Italia non può permettersi di perdere una pagina di storia perché questo 11 giugno segnerà la ripartenza del Paese e in quel momento non sarà solo la ripartenza del calcio. Serviva un’assunzione di responsabilità di prospettiva. Un messaggio di speranza. Capisco chi si limita ai dati attuali, ma dobbiamo avere coraggio”. Parole che al di là di quanto deciso oggi, fanno capire che la situazione resta in evoluzione e potrebbe cambiare ancora. D’altronde, siamo in Italia no?

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