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Il Ministero dell’Economia approva il Mes e la maggioranza si agita, la Lega: “Una trappola”

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Nulla di rivoluzionario nel parere tecnico del Ministero dell’Economia in merito alla valutazione chiesta dal presidente della Commissione Esteri, l’ex ministro Giulio Tremonti, sulla ratifica del Mes. Eppure il documento ha messo in agitazione la maggioranza perché nega gli effetti negativi di una ratifica del Meccanismo europeo di stabilità e anzi addirittura ipotizza un miglioramento del rating dell’Italia.

E allora qual’è il problema? Il pomo della discordia è che il parere proviene dal Ministero dell’Economia guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti e guarda caso proprio la Lega è uno dei più strenui oppositori alla ratifica del Mes, tanto che dopo il parere cala il gelo al Carroccio.

Nella loro ‘innocenza’, le due paginette scritte a Via XX Settembre smontano dunque tutte le ragioni che fin qui hanno impedito a tre governi (Conte-2, Draghi e Meloni) di portare la ratifica in Parlamento dove l’ampia ala sovranista di FdI e Lega vede il Mes come una minaccia. Ma la riforma secondo il Ministero dell’Economia, non spinge verso la ristrutturazione del debito e non aumenta il rischio percepito dai mercati sui nostri titoli di Stato, anzi: “sulla base dei riscontri ricevuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati aderenti”.

Le reazioni. La Lega dello stesso Giorgetti, ha chiesto il voto in commissione per bocciare la riforma. I leghisti sostengono che il Mes altro non sia che una “trappola” e uno strumento “inutile e dannoso”. Fratelli d’Italia, guidato dalla Meloni, ha da sempre condiviso la linea della Lega e ha affermato che quello espresso dal Mef sia un parere “tecnico” e non politico, che mette una pezza ai moti interni al partito, ma non alla validità tecnica appunto del Meccamisto di stabilità. Come se non bastasse solo pochi giorni fa il premier Meloni in un’intervista a Bruno Vespa si era detta irremovibile sulla ratifica: “Finché io conto qualcosa, che l’Italia non acceda al Mes lo posso firmare con il sangue!”.

Dal Pd l’appello della segretaria Elly Schlein: ” Il Governo metta da parte ragioni fumose e ratifichi Mes”. Appello rimarcato dalle parole del capogruppo Dem in commissione Politiche Ue alla Camera Piero De Luca: “Non ci sono più improbabili scuse dietro cui nascondersi o giochini delle 3 carte da fare. Anche il Ministero dell’Economia e Finanze conferma quello che noi diciamo da mesi. Ratificare la riforma del Mes non presenta alcun rischio, ma anzi produce effetti positivi. Da un lato rafforza la coesione europea, dall’altro, migliora addirittura la valutazione del merito di credito degli Stati aderenti. Insomma la ratifica dell’accordo di riforma conviene all’Italia. Si arrivi presto in Aula, come abbiamo chiesto, per votare la proposta di legge a nostra prima firma, e si chiuda questo balletto indecente che rischia di indebolire l’eurozona e mina gravemente la credibilità del nostro Paese in Europa”.

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