In Europa la posizione è chiara, i Catalani hanno violato la legge. Ora serve il ritorno al dialogo politico
2 min readRoma – Lo scontro tra Madrid e Barcellona sull’indipendenza della Catalogna, al di là delle reciproche dichiarazioni di parte e delle violenze di piazza, hanno avuto l’effetto sicuro di mettere in evidenza la debolezza degli Stati democratici unitari e il prevaricare dei sentimenti individuali, o meglio delle singole realtà territoriali. Un atteggiamento non molto razionale se osservato nel nuovo contesto globale. Certamente, però, bisogna chiedersi il perchè del dilagare dei movimenti indipendentisti. La riposta potrebbe essere, in un contesto di unità europea, una gestione dell’Unione troppo burocratica e rigida, distante dai cittadini: questo almeno a sentire le rivendicazioni dei crescenti populismi.
Mariano Rajoi, il premier spagnolo, definisce il referendum “una farsa contro la Costituzione”. Il presidente catalano, Puigdemont, va avanti con la secessione e chiede l’intervento della UE definendo il referendum “non più una questione solo della Spagna, ma un affare dell’Europa”.
Molti commentatori fanno notare il silenzio di Bruxelles. Un silenzio che in effetti non c’è. La posizione all’interno dell’establishment politico europeo è chiara da sempre – prima e dopo gli scontri del 1 ottobre – “il referendum catalano è illegale”.
Tutti condannano le violenze ma lo considerano invalido. Così il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Gianni Pittella, che dice: “An illegal and invalid referendum but a sad day for Spain and Europe”. Cosi, l’eurodeputata del Ppe, Lara Comi, che sulla linea dei Popolari europei, accusa il governo di Barcellona di “portare la propria gente contro la legge”. Non si sottrae il capogruppo dei Liberali a Strasburgo, Guy Verhofstadt, “i separatisti sono andati avanti con un referendum vietato dalla Corte costituzionale”.
In tarda mattinata è intervenuto anche il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, che ha invitato le parti “rapidamente al dialogo”, ma non senza sottolineare che “per la Costituzione spagnola il voto di ieri era illegale”.
Con le dichiarazioni della maggioranza del Parlamento europeo e dell’esecutivo Ue, la posizione dell’Europa non ha dubbi.