ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Israele e Hamas metterebbero fine alla guerra in tre fasi

2 min read

Hamas, che ha ricevuto la bozza di una nuova intesa dopo il vertice di Parigi, apre all’accordo: “Abbiamo detto ai mediatori che il nostro obiettivo è un cessate il fuoco permanente, ma possiamo realizzarlo nella seconda o terza fase di un accordo”, ha detto ad Al Jazeera un membro anziano.

Il potenziale accordo per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele prevede infatti 3 fasi e include il rilascio di ostaggi e detenuti palestinesi. Lo dice un dirigente della fazione islamica citata dai media israeliani. Nella prima fase sarebbero rilasciati donne, bambini e anziani israeliani; nella seconda tutti i soldati dello Stato ebraico. Nella terza fase – ha proseguito la fonte di Hamas – avverrebbe la restituzione dei morti. Poi aggiunge: “Senza un ritiro israeliano da Gaza, non possiamo accettare questa nuova proposta. Un cessate il fuoco permanente è utile per entrambe le parti, altrimenti la guerra tra noi e le truppe israeliane continuerà. Siamo pronti a raggiungere questo obiettivo per gradi”. Ma intanto il premier israeliano Netanyahu, riferendosi proprio alle indiscrezioni contenute nella bozza di accordo, dichiara: “Non ritireremo l’esercito da Gaza e non libereremo centinaia di detenuti”.

Il Partito popolare europeo chiederà un dibattito sulle accuse di coinvolgimento del personale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi negli attacchi di Hamas del 7 ottobre alla plenaria dell’Eurocamera della settimana prossima a Strasburgo. Un gruppo di dimostranti è riuscito oggi a bloccare il valico di Nitzana, al confine fra Israele ed Egitto, e ad impedire il transito di camion con aiuti umanitari destinati a Gaza. Intanto sono 114 i palestinesi rimasti uccisi e 249 quelli che sono stati feriti nelle ultime 24 ore nella Striscia.

Sono arrivati oggi in Italia i bambini della Striscia di Gaza. Occhi rigati dalle lacrime ma anche contentezza, curiosità e sorpresa di trovarsi in un Paese straniero e che li ha accolti. Ora i piccoli vengono curati all’ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Autore