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Italicum: la maggioranza del Pd approva Renzi

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Molto soddisfatto il Premier Renzi che ha ottenuto la maggioranza dalla direzione del Pd durante l’assemblea avente ad oggetto la sua relazione  sulla legge elettorale: 111 voti a favore, 34 astenuti e nessun contrario per la proposta  sulla riforma elettorale frutto anche dell’accordo raggiunto sabato con Silvio Berlusconi.

Una bozza di modello – che Renzi ha chiamato Italicum – ispirata a quello spagnolo ma con molte correzioni, che prevede liste brevi ma bloccate, un premio di maggioranza del 18% e un eventuale ballottaggio qualora nessuno raggiunga almeno il 35% in prima battuta. 

Renzi ha chiesto ai suoi parlamentari  di votare compatti, sia nel gruppo che in aula, l’emendamento Esposito, il cosiddetto “maxicanguro”, ossia la modifica che ne annulla in un solo colpo 40mila, blindando di fatto l’Italicum: esso riassume, infatti, i punti cardine della legge come se ne fosse una copia e, se votato, neutralizzerebbe tutti gli altri emendamenti. 

Il premier intende approvare la legge elettorale in via definitiva e le riforme costituzionali in prima lettura entro le elezioni europee del 25 maggio. A questo scopo, la prima lettura della legge elettorale alla Camera dovrà concludersi «entro febbraio». Le bozze delle altre riforme saranno presentate «entro il 15 febbraio».

Non soddisfatta la minoranza interna: Gianni Cuperlo, il principale avversario di Renzi alle primarie di dicembre, bolla la proposta come «non convincente», puntando il dito soprattutto contro la mancanza delle preferenze , che Berlusconi non vuole, e contro le soglie di sbarramento giudicate troppo elevate. 

Dura anche la reazione di Beppe Grillo che ribattezza il sistema elettorale che potrebbe sostituire il porcellum come un «Pregiudicatellum», con riferimento alla condanna definitiva per Silvio Berlusconi. La Lega Nord , invece, parla di «legge truffa» e annuncia mobilitazioni.

 

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