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Jobs act, il PD da l’ok per abolire l’articolo 18

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La direzione del PD ha approvato il documento della riforma del lavoro del governo Renzi sull’abolizione dell’Articolo 18, con 130 voti a favore, 20 contrari e 11 astenuti. 
Si chiede di creare una rete più estesa di ammortizzatori sociali per i precari; favorire il lavoro a tutele crescenti; dare nuovi servizi per l’impiego e una disciplina per i licenziamenti economici.

“Trovo che discussioni come quella di oggi siano discussioni belle, anche quando non siamo d’accordo. Trovo che questo sia per me un partito politico, un luogo in cui si discute. Poi, mi piace pensare che in Parlamento si voti tutti allo stesso modo”

 
Queste le parole del Premier ad inizio intervento.
La votazione ha creato 
malumori nell’esponente di sinistra Gianni Cuperlo, che ha votato contro il documento e attaccato il premier additando una rincarnazione della Thatcher riuscita male, non da meno D’Alema e Bersani che suggeriscono meno spot e creare un’azione di governo riflessiva.  

Non si temono franchi tiratori: Questa mattina l’assemblea dei senatori PD è riunita per decidere il percorso e linee guida sul Jobs Act, in seguito all’approvazione dalla direzione del partito.
Ad aspettare il Premier Renzi davanti alla sede del partito, alcuni cronisti che chiedono se teme franchi tiratori al Senato:

“No, non credo anche perché c’è stata una discussione seria, lunga, al termine della quale il partito si è espresso. Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie”. 

Sul voto per i due membri della Consulta e l’eventualità di cambiare i candidati afferma:

 “E’ una valutazione che spetta al Parlamento” 


 
 

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