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Lavorare troppo fa male: più alto il rischio di morire per ictus e malattie cardiache

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Lavorare più di 55 ore a settimana aumenta in rischio di morte per ictus (35%) e malattie cardiache (17%). Lo rileva uno studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità e dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), pubblicato sulla rivista Environment International. In un anno, sono stati 745.000 decessi per questo motivo, con un aumento del 29% rispetto al 2000. La pandemia Covid-19 sta, inoltre, rafforzando in modo preoccupante la tendenza a lavorare troppe ore.

Il carico di malattie legate al lavoro è particolarmente significativo negli uomini (il 72% dei decessi si è verificato tra i maschi), nelle persone che vivono nelle regioni del Pacifico occidentale e del Sud-est asiatico, mentre l’impatto è minore in Europa Occidentale.

La maggior parte dei decessi hanno riguardato persone morte tra 60 e 79 anni, che avevano lavorato per 55 ore o più a settimana quando avevano tra 45 e 74 anni. Angola, Libano, Corea ed Egitto sono tra i Paesi più colpiti.

Secondo quanto suggeriscono le evidenze scientifiche, i motivi per cui ciò accade sono due: il primo è che lavorare a lungo attiva continuamente gli ormoni di risposta allo stress e ciò innesca reazioni nel sistema cardiovascolare, portando a ipertensione e arteriosclerosi. Il secondo sono le risposte comportamentali allo stress, che includono un maggior uso di tabacco, alcol, dieta malsana e inattivita’ fisica, tutti fattori di rischio stabiliti per la cardiopatia ischemica e l’ictus.

Per ridurre questi rischi, concludono Oms e Ilo, i governi possono introdurre leggi e politiche che vietano lo straordinario obbligatorio e garantiscono limiti massimi all’orario di lavoro.

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