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L’italicum passa al Senato

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Proporzionale, premi di maggioranza, soglie di sbarramento, circoscrizioni provinciali e doppio turno: questi gli elementi cardine dell’Italicum, il sistema elettorale che dovrebbe sostituire il Porcellum e garantire rappresentatività e governabilità all’Italia. La legge è stata approvata al Senato con 184 si , 66 no e 2 astenuti ed ora torna alla Camera con tutta la soddisfazione del premier Renzi.
 
Nonostante le proteste dell’opposizione che, nelle persona di Calderoli, Crimi e De Petris, rispettivamente per Lega, M5s e Sel, aveva contestato il coordinamento formale della legge, ritenendolo un maxi-emendamento, l’Italicum va, quindi, avanti.
Come sottolineato nei giorni scorsi dal ministro delle Riforme Boschi, la riforma potrà avere il via libera definitivo in aprile per entrare, in vigore dal luglio del 2016, come prevede la clausola di salvaguardia prevista nel testo.
Per Anna Finocchiaro, presidente della Commissione affari Costituzionali, il testo votato oggi al Senato rappresenta la migliore sintesi possibile, in questo contesto politico.
Restano ancora da votare almeno 600 emendamenti, e domani non ci sarà seduta. Tutto slitta, dunque, a dopo il giuramento del successore di Giorgio Napolitano.
 
In base alle modifiche apportate dall’assemblea, la riforma elettorale stabilisce che per essere eletti alla Camera occorre superare una soglia di sbarramento del 3% mentre il premio di maggioranza di 340 seggi su 630 scatta per la lista (non più per la coalizione) che ottiene il 40% dei consensi (con il ballottaggio tra i primi due se al primo turno nessuno coglie tale risultato).
La scheda elettorale conterrà capilista bloccati e consentirà all’elettore di indicare due preferenze divise per genere.  Subito, il premier Matteo Renzi ha Twittato “La legge elettorale approvata anche al Senato. Il coraggio paga, le riforme vanno avanti.”

 

 

 

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