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Malaria e Covid-19, un mix che affligge l’Africa

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Mentre l’Occidente programma come rimettere in moto economie e vita sociale, l’Africa registra un aumento di casi di coronavirus e oggi 25 aprile, la giornata contro la malaria, si stima che questa malattia unita al contagio da Covid19 possa davvero mettere in ginocchio il continente africano.

Stando al documento dell’Uneca, una delle cinque commissioni economiche dell’Onu, la diffusione del virus potrebbe interessare una fetta importante della popolazione africana con una stima di morti che oscillerebbe tra i 300 mila e i 3 milioni e trecento. L’Africa si ritrova dunque ad affrontare un nuovo nemico, il coronavirus, che con il mix delle altre malattie infettive potrebbe portare a una catastrofe.

Febbre, mal di testa e tosse sono i sintomi della malaria, gli stessi che preannunciano il covid-19. Affinità in grado di causare potenziali diagnosi errate e peggiorare una situazione già estremamente complessa. Lo rivelano gli esperti che combattono contro la malaria: 230 milioni di persone colpite ogni anno con una scia di 430 mila morti, poco meno di 1200 al giorno. Studi sociologici dimostrano come i paesi con un’alta concentrazione di malati di malaria siano preda di conflitti, sfollamento della popolazione, malnutrizione e stress che sono “ingredienti” ottimali per il coronavirus che potrebbe quindi trovare terreno fertile nelle baraccopoli. Le situazioni di estrema povertà a cominciare dall’Africa subsahariana, sono potenziali focolai; dove non c’è acqua pulita, anche il semplice lavaggio delle mani è un lusso.

“Le persone più esposte saranno madri, soprattutto se in gravidanza, e bambini”, ha dichiarato Samuel Asiedu, direttore del Programma di controllo della malaria AngloGold Ashanti Malaria Control Limited in Ghana. Il rapporto Onu stima che 2,3 a 22,5 milioni di persone potrebbero aver bisogno di un ricovero ospedaliero. Da 500 mila a 4,4 milioni di persone potrebbero trovarsi nella necessità di terapie intensive.

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