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Medio Oriente, in 100mila in piazza a Tel Aviv contro Netanyahu. Katz partito per Roma

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Al grido di “Bibi vattene” in 100mila sono scesi in piazza, ieri sera, a Tel Aviv, in protesta contro il governo di Benyamin Netanyahu. Chiedono le dimissioni del premier ed elezioni anticipate e spingono per un accordo che riporti a casa gli ostaggi ancora a Gaza a sei mesi dal loro rapimento da parte di Hamas. I media parlano di “decine di migliaia”, ma la definiscono “la più grande dal 7 ottobre”.

Non sono mancati gli scontri. I manifestanti israeliani hanno acceso diversi fuochi in Kaplan Street, nei pressi del ministero della Difesa, che sono stati rapidamente spenti dalla polizia con estintori. Gli agenti hanno usato la forza per allontanare la folla che gridava “Polizia, chi proteggete esattamente” e “Ben-Gvir è un terrorista”. Un uomo anziano è stato travolto da un cavallo degli agenti. Quattro persone sono state arrestate.

Intanto nelle prossime ore riprenderanno al Cairo – anche su forte pressione del presidente americano Joe Biden – i contatti indiretti tra Israele e una delegazione di Hamas, attraverso i mediatori dell’Egitto e del Qatar. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz è invece partito alla volta di Roma con 5 famiglie degli ostaggi. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri a Tel Aviv. Il capo della diplomazia israeliana avrà incontri con le autorità italiane, tra cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il vicepremier Matteo Salvini, e vedrà anche i capi della comunità ebraica. L’obiettivo del viaggio, scrive Ynet,  è “convincere gli italiani a ritirare la loro opposizione all’operazione a Rafah, bloccare le richieste di cessate il fuoco unilaterale nell’Unione europea e aumentare la pressione sul Libano.

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