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Stop ai fondi per l’Unrwa, il commissario: “Scelta irresponsabile”

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L’Organizzazione mondiale per i rifugiati palestinesi è nel caos dopo il licenziamento di 12 dipendenti nella Striscia a causa di sospetti legati al massacro del 7 ottobre. Israele ha attaccato l’Unrwa e ha dichiarato che, al termine della guerra, l’Agenzia delle Nazioni Unite non sarà più presente a Gaza. “Chiediamo all’Onu di assumere azioni immediate contro la leadership dell’Unrwa”, ha detto il ministro degli esteri israeliano, Israel Katz. Intanto, dopo Stati Uniti e Canada anche il governo italiano ha sospeso finanziamenti all’agenzia insieme ad altri Paesi come Gran Bretagna, Finlandia, Australia, Olanda e Germania. L’Organizzazione è accusata di essere coinvolta nell’attacco del 7 ottobre scorso che ha scatenato la guerra in Medioriente.

Non ha tardato ad arrivare la risposta del commissario generale dell’Unrwa Philippe Lazzarini, il quale ha evidenziato che “nove Paesi ad oggi hanno temporaneamente sospeso i loro finanziamenti all’Unrwa. Queste decisioni minacciano il nostro lavoro umanitario in tutta la regione, inclusa e soprattutto nella Striscia di Gaza”, si legge in una nota. “È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l’azione immediata intrapresa dall’Unrwa risolvendo i loro contratti e chiedendo un’indagine trasparente e indipendente”. Secondo Lazzarini dall’Unrwa “dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza” a Gaza. “Esorto i Paesi che hanno sospeso i loro finanziamenti a riconsiderare le loro decisioni prima che l’Unrwa sia costretta a sospendere la sua risposta umanitaria. La vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno e così anche la stabilità regionale”, ha chiesto Lazzarini nella nota.

L’agenzia gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone e fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità. Per il commissario “sarebbe estremamente irresponsabile sanzionare un’agenzia e un’intera comunità a causa di accuse di atti criminali contro alcuni individui, soprattutto in un momento di guerra, sfollamento e crisi politica nella regione”.

Hamas ha criticato questa decisione, invitando le Nazioni Unite a “non cedere alle minacce e ai ricatti. E ha poi attaccato anche la stessa Unrwa per aver licenziato i 12 dipendenti “sulla base di informazioni provenienti dal nemico sionista” e per aver descritto “la resistenza del popolo palestinese come terrorismo”.

Tuttavia, lo stop ai fondi per l’Unrwa non significa la fine dell’aiuto ai palestinesi. “Siamo impegnati nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele”, ha spiegato il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Tajani, annunciando la decisione del governo italiano. Lo scorso dicembre, infatti, l’Italia ha stanziato 10 milioni di euro per aiutare la popolazione civile palestinese attraverso altre agenzie Onu, come la Fao e il Pam, o tramite la Mezzaluna rossa.

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