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Suicidio assistito, primo caso in Italia. Morta una donna di Trieste

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È morta la prima donna che aveva chiesto – e ottenuto – di accedere al suicidio con assistenza diretta. Lo fa sapere l’associazione Luca Coscioni, spiegando che si tratta di una 55enne triestina e che il decesso è avvenuto a fine novembre.

Non è il primo caso del genere in Italia. Ma è il primo – in assoluto – ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza Cappato, con l’assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale. In termini numerici, è la terza persona seguita dall’associazione ad accedere alla morte volontaria assistita nel nostro Paese; la quinta ad aver avuto il via libera. Ed è anche la prima in Friuli Venezia Giulia. A seguito dell’ordine del Tribunale di Trieste, spiega l’associazione in una nota, “il farmaco letale e la strumentazione sono stati forniti dal Ssn e un medico individuato dall’azienda sanitaria, su base volontaria, ha provveduto a supportare l’azione richiesta nell’ambito e con i limiti previsti dalla ordinanza cautelare pronunciata dal Tribunale di Trieste il 4 luglio, e quindi senza intervenire direttamente nella somministrazione del farmaco”.

La donna triestina si era rivolta alla “giustizia civile e penale” per ottenere l’applicazione della sentenza ‘Cappato’. “Aveva voluto personalmente depositare dai carabinieri l’esposto contro l’Azienda sanitaria universitaria giuliana isontina e partecipare alla prima udienza civile in Tribunale a Trieste, che ha poi emesso una ordinanza di condanna di Asugi di applicare la sentenza della Consulta” fa sapere l’associazione. “L’azienda sanitaria ha dato applicazione alla decisione del giudice e, sussistendo tutte le condizioni indicate dalla Corte costituzionale, si è fatta carico dell’intero percorso”.

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