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Disastro Brexit: decida il Parlamento

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Una sentenza a sorpresa sulla Brexit che rischia di gettare il Regno Unito nel caos.

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L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea si è infatti trasformata in una ingarbugliata crisi politica e costituzionale.

A generarla è stata la sentenza emessa ieri dall’Alta Corte Britannica che non riconosce al governo di Sua Maestà il diritto di avviare il negoziato con la Commissione di Bruxelles senza avere prima consultato la Camera dei Comuni e forse anche quella dei Lord.

“Il principio fondamentale della costituzione del Regno Unito è che il Parlamento è sovrano”, ha detto il giudice dell’Alta corte, Lord Thomas of Cwmgiedd, nel leggere il verdetto.

Molto deluso il governo che con il premier  Theresa May replica che la convocazione di un referendum e i suoi quesiti erano già stati approvati da un voto dei Comuni: “Siamo determinati ad andare avanti coi nostri piani”, ha detto la premier. Ma l’Alta Corte sembra sostenere che non sia possibile modificare i diritti acquisiti dai cittadini britannici nell’ambito della Ue senza un dibattito parlamentare. Ora è atteso un appello  contro la decisione, ma se  il governo di Theresa May non dovesse vincere il ricorso, non è improbabile che ci si trovi di fronte ad un dibattito parlamentare in cui verrà rimessa in discussione l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Secondo calcoli fatti prima del referendum infatti, i sostenitori del Remain, quelli che cioè non volevano la Brexit, erano più numerosi di quelli che volevano uscirne. Inoltre i dubbi dei mercati finanziari sul futuro della City e alcune stime negative sulle esportazioni della Gran Bretagna verso il mercato unico preoccupano e non poco l’economia della Corona. Si è invece detta “al settimo cielo” per la storica vittoria Gina Miller, donna d’affari e attivista che ha organizzato e guidato la campagna per ‘sfidare’ in tribunale il governo.

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