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Voto per la presidenza dell’Europarlamento: Tajani favorito

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Il Parlamento europeo vota oggi a Strasburgo per eleggere il nuovo presidente dell’Assemblea, che succederà al socialdemocratico tedesco Martin Schulz.

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La corsa è al momento apertissima, anche se nella notte sarebbe maturato l’accordo che potrebbe portare Antonio Tajani alla presidenza.

Il forzista candidato del primo gruppo di Strasburgo, quello del Partito popolare europeo, sarà sostenuto dai 74 dei Conservatori (tra essi i Tories, i polacchi di Kaczinsky e l’italiano Rafaele Fitto) e dai 69 parlamentari liberali di Guy Verhofstadt. Numeri che, sommati ai 217 del Ppe sulla carta porterebbero Tajani a 359 preferenze, quasi la maggioranza assoluta necessaria per vincere ai primi tre turni.

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Da verificare però, la tenuta dell’accordo di fronte alla prova del voto segreto.

A sfidare Tajani c’è un altro italiano, il capogruppo socialista Gianni Pittella che sulla carte ha circa trecento voti sommando i suoi deputati a quelli dei Verdi e del Gue  e qualche probabile franco tiratore degli altri gruppi. Il voto a Strasburgo, potrebbe avere ripercussioni a catena sulle altre istituzioni dell’Unione, sulla Commissione e sul Consiglio europeo, spostando a destra l’asse della coalizione che regge il Parlamento europeo rispetto all’alleanza socialisti-popolari che ha controllato l’aula con la presidenza di Martin Schulz. Se infatti a prevalere fosse alla fine il Ppe di Tajani, i socialisti non potranno che dare battaglia per una delle altre presidenze, detenute al momento da altri due popolari, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. Una situazione che sarebbe inaccettabile, hanno ribadito, ma che potrebbe trovare una soluzione su un altro tavolo, quello delle cancellerie degli Stati membri dell’Ue.

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