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Fuori il liberale, gli italiani verso la presidenza del Parlamento UE

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Strasburgo – Questa mattina in apertura delle votazioni per il rinnovo della presidenza del Parlamento europeo, il liberale Guy Verhofstadt ha ritirato la candidatura. Il mancato patto con gli euroscettici del Movimento 5 Stelle sembra sia stato il motivo dell’incrinazione della sua leadership e della coesione all’interno del gruppo dell’Alde. Fino a pochi giorni fa – candidatura – ritenuta molto forte e di soluzione tra lo scontro tutto italiano, Tajani-Pittella. Fonti molto attendibili parlano anche di un vero e proprio nuovo accordo siglato, ieri in nottata, tra i liberali e i popolari. Se questo dovesse essere confermato nel voto, con molta probabilità Antonio Tajani sarà il nuovo presidente del Parlamento europeo. Dalla parte sua giocano a favore anche i conservatori riformisti di Raffaele Fitto, i populisti fautori della Brexit e alcuni movimenti di destra estrema – dove converge la Lega di Salvini – che avrebbero difficoltà nel votare un candidato di sinistra quale Gianni Pittella. Si prevede una battaglia molto avvincente e all’ultimo voto. Per essere eletti serve la maggioranza assoluta dei votanti nei primi tre scrutini. Se non verrà raggiunta, in serata ci sarà il quarto ed ultimo scrutinio con il ballottaggio tra i due candidati più votati nel terzo scrutinio. Alle ore 9:30 gli eurodeputati sono stati chiamati al voto, dopo aver ascoltato le presentazioni e le indicazioni dei candidati. Pittella si è schierato alla sinistra dell’aula parlando in italiano e rompendo l’accordo storico della Grande Alleanza con il Ppe: “Mai più intesa tra i grandi gruppi. Serve chiarezza all’esterno e idee diverse”, ha detto. Tajani, invece, si è rivolto all’emiciclo in quattro lingue e dicendo: “Credo nell’Europa, ma ho bisogno di tutti”. 

Update 16:30 “Fumata nera al secondo scrutinio”.     

In foto: Martin Schulz, presidente uscente.

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