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Usa: terza notte di proteste. Trump: “Dobbiamo unire il paese”

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Terza notte consecutiva di proteste contro Donald Trump neo presidente negli Stati Uniti. Marce e sit-in sono in corso in varie città americane, da Miami a Filadelfia, da Columbus a New York, nei pressi della Trump Tower, dove abita il tycoon. In alcuni casi i manifestanti hanno bloccato temporaneamente alcune strade, ma finora senza incidenti. Lo slogan è sempre lo stesso: “Not my president”.

Intanto il presidente degli Usa sottoscrive il “contratto con l’elettore americano”, da realizzare nei primi 100 giorni e a chi protesta per la sua elezione dice “Dobbiamo unire il paese”.

In un’intervista al Wall Street Journal il presidente americano ricorda le sue priorità: non l’inchiesta su Hillary Clinton ma “sanità, i posti di lavoro, il controllo delle frontiere e la riforma delle tasse.

Una delle massime priorità del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump è però “la lotta all’Isis, non cacciare il presidente Bashar al Assad dal potere” ed appoggiare la cosiddetta opposizione moderata in Siria. “Se gli Usa attaccano Assad, finiremo col combattere contro la Russia e contro la Siria”, ha detto al Wall Street Journal.

Intanto arriva un nuovo “Il tycoon – gli rimprovera il quotidiano – sta riempiendo il suo team per la transizione con consulenti aziendali e lobbisti. Professionisti che arrivano dalle stesse industrie per le quali sono chiamati a definire le basi regolatorie”. Il Nyt fornisce alcuni esempi come Jeffrey Eisenach, che ha lavorato per Verizon.

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