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Birmania, oltre 100 morti per la repressione delle proteste anti-golpe

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Ennesimo triste record in Birmania dove oggi sono un centinaio le vittime della repressione delle proteste anti-golpe che da settimane infiammano il Paese.  Lo riporta il Guardian, che cita media e testimoni locali. Tra le vittime ci sarebbero anche un bambino di 5 anni e un giovane calciatore locale di una squadra under 21.

Si tratta del bilancio giornaliero più  sanguinoso mai registrato dal colpo di Stato militare del primo febbraio che ha destituito il governo democraticamente eletto guidato da Aung San Suu Kyi. “Oggi è un giorno di vergogna per le forze armate”, ha detto a un forum online il dottor Sasa, portavoce del CRPH, un gruppo anti-giunta costituito da legislatori deposti.

Le ambasciate dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno condannato l’uccisione di “civili disarmati”, in concomitanza, tra l’altro, con la Giornata delle forze armate della giunta. “Questa 76/a giornata delle forze armate del Myanmar rimarrà impressa come una giornata di terrore e disonore. L’uccisione di civili disarmati, compresi i bambini, è un atto indifendibile”, scrive sui social l’ambasciata Ue a Rangoon. Anche l’ambasciata Usa ha condannato l’esercito: “Le forze di sicurezza stanno uccidendo civili disarmati, compresi bambini, proprio le persone che hanno giurato di proteggere”, si legge in un comunicato diffuso sulla pagina Facebook dell’ambasciata.

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