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Denuncia dell’Ong: Irruzione di libici sulla nave Nivin, violenze su migranti

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Questa mattina le forze armate libiche “hanno fatto irruzione sulla Nivin“, la nave con 79 migranti bloccata da giorni al porto di Misurata, e ci sono notizie di “violenze”, con “persone ferite in ospedale e altre ricondotte a forza nei centri libici”. E’ quanto sostiene di aver appreso Mediterranea, la Ong che con la nave Mare Jonio è impegnata in un’azione di monitoraggio su quel che accade davanti alla Libia. “Italia e Ue si assumano responsabilità delle loro scelte politiche – aggiunge – Vogliamo conoscere la sorte di ciascuno dei profughi”.

La nave ha fatto rotta verso la Libia, in violazione del diritto internazionale, dato che quello non può essere considerato un Paese sicuro dove effettuare lo sbarco.

Secondo l’Unhcr almeno 5 migranti sono rimasti feriti nell’operazione condotta dalle forze di sicurezza libiche che hanno sparato proiettili di gomma a bordo della nave Nivin, su cui da giorni si era barricato un gruppo di migranti rifiutandosi di scendere. Lo si apprende da fonti dell’organizzazione.

Per Amnesty International, “sono state coinvolte anche le autorità marittime di Italia e Malta“. La stessa ong aveva chiesto alle autorità libiche, europee e panamensi di assicurare che i migranti a bordo non fossero costretti a sbarcare per essere portati in un centro di detenzione libico.

Secondo quanto riferito dal direttore della sicurezza del porto libico di Misurata a “France 24”, i migranti a bordo della nave Nivin, sono “accusati di pirateria“. Il responsabile ha confermato che “sono stati sparati proiettili di gomma e lacrimogeni” e che “i feriti sono stati ricoverati” nell’ospedale di Misurata.

“Vengo dall’eritrea, sono in libia dal 2016. Mi hanno venduto 3 volte, mi hanno punito, mio fratello è morto tra le mie braccia. Se sbarco da questa nave mi ammazzano” questa la drammatica testimonianza di un migrante sulla nave.

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