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Intervista ad AMARA in gara al 65°Festival di Sanremo

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La cantante AMARA sarà una delle prossime protagoniste  del Festival di Sanremo nella categoria “Nuove proposte”. ART-News vi racconta di una giovane, brava e  determinata cantautrice che non ha mai smesso di crederci. Dopo aver vinto per ben quattro volte il concorso Area Sanremo, finalmente è riuscita ad accedere al palco della famosa kermesse.

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Finalmente ce l’hai fatta?

Ebbene si, ce l’ho fatta mi esibirò quest’anno sul palco dell’Ariston. Sono tanti anni ormai che lo desideravo dopo aver vinto più volte il concorso Area Sanremo questa è stata finalmente la volta giusta.

 Sul palco del Festival di Sanremo ti esibirai con il brano “Credo”. Perché questa scelta?

“Credo” è una preghiera d’Amore  che è nata in un momento in cui ho temuto di non credere più a niente. “Credo” è un pezzo dalla forte spiritualità e con questa canzone  ho ritrovato la luce, la speranza e la forza di continuare a credere.

“Credo” è anche il brano più ascoltato sul sito ufficiale RAI. Che effetto fa?

E’ una sensazione indescrivibile e al contempo bellissima. Questa  canzone è venuta fuori dopo un lungo percorso di introspezione con me stessa e con lei ho ritrovato una nuova luce. Il suo successo oggi non può che rendermi orgogliosa e fiera. 

Durante la settimana sanremese uscirà anche il tuo album “Donna libera”. Qualche anticipazione?

 “Donna libera” è un progetto che ho realizzato in cinque anni di vita, di cui due, ho li ho vissuti un po’ in silenzio perché sentivo il forte bisogno di una pausa d’introspezione. Inoltre “Donna  libera”  è anche il titolo di un brano dell’album a cui sono legata particolarmente. Un brano he definisco un po’ come “l’urlo della mia libertà” perché è stato scritto in un momento in cui sentivo fortemente l’esigenza di sfogarmi di tante cose che mi facevano male.

Perché ad un certo punto hai sentito l’ esigenza di fermarti?

Ero in giro da tanto, forse troppo. Ho cominciato a fare musica quando avevo 20 anni ed il mio motto era diventato “voglio, voglio, voglio”, insomma avevo un punto di vista non buono, sembrava quasi fosse un’ossessione. Ma l’arte non vuole questo tipo di sentimento, l’arte ha bisogno di un approccio più sentimentale e meno mentale.Ad un certo punto mi resi conto che non ero lucida e quindi non potevo fare nulla di buono e fu allora che decisi per uno “stop”. Decisi così, di mia spontanea volontà, di fare silenzio e sparire per un pò dai contest. In quel silenzio ho percorso un cammino con me stessa scoprendo i miei limiti e capendo che è enormemente sbagliato dare colpe agli altri quando non si riesce in ciò che si fa. Ho capito che quando non ce la facciamo è perché la maggior parte delle volte, magari, manca ancora qualcosa in noi.  Bisogna essere all’altezza della musica. Viviamo in mondo pieno di persone e di gente che fa questo nella vita, e noi dobbiamo solamente cercare di essere con verità ed umiltà dei  granellini di sabbia in un deserto, cercando di dare quella cosa in più, quella cosa che non c’è o che magari c’è già ma in forma diversa. Se non facciamo ciò diventiamo polvere e in questo deserto la polvere viene spazzata via dal vento.

Nel 2011 hai vinto un festival dedicato ai cantautori, e Mogol ti ha conferito una borsa di studio presso il CET. Che ricordo hai di quell’esperienza?

Conserverò sempre un bellissimo ricordo del CET. A parte l’emozione della consegna da parte di Mogol ma il CET ha rappresentato per me il vero paradiso dell’arte. Mi sono ritrovata in un contesto pulito, sano in cui ci hanno fornito una formazione genuina stimolandoci all’ unione e mai alla competizione.

Ti consideri una “competitor”?

No assolutamente. Non sono una che si sente migliore di altri e prediligo sempre le iniziative personali. Mi innamoro dei progetti e delle persone che hanno qualcosa da dire . Mi piace chi sa raccontarsi ed essere se  stesso.

Non sarai una “competitor, ma di sicuro sei una determinata?

La determinazione è importante, ma non è la sola che serve per garantirsi un successo duraturo anzi. Il mio consiglio è quello di evolversi ed avere una giusta conoscenza di se stessi. Se scegliamo di fare una qualcosa cosa nella vita, cerchiamo di farla nella forma più alta che ci sia. Non limitiamoci all’occasione in sé, nel mio caso come quello di molti altri, può essere stato ad esempio l’aver partecipato ad un talent. Siamo usciti da lì tutti con un disco già pronto e tappe in giro, ecco non fermatevi a questo. Non accomodatevi anzi, con quell’occasione cercate di conoscere ancora di più le vostre potenzialità, i colori e i suoni della vostra voce. Io ho scoperto che posso ,non solo cantare, ma scrivere anche i testi, ho imparato a suonare strumenti, ecco lavorate su questo. Siate curiosi di voi stessi, scopritevi di più. 

Alle tue spalle c’è, non solo tanta gavetta e premi, ma anche un talent “Amici” di Maria de Filippi. Che tipo di esperienza è stata?

 La verità è che quando oggi ci penso  mi faccio molta tenerezza. Penso a me, ai miei vent’anni, alle tutine che indossavamo nella scuola, insomma stavo muovendo i miei primi passi nel mondo della musica. E’ stata comunque un’esperienza che mi ha permesso di capire meglio se questa fosse o meno la strada giusta per me.

 I tuoi prossimi impegni dopo il Festival ?

Spero di esibirmi tanto, andare in giro e cantare sul palco, per un’artista i live sono la vera realizzazione personale e poi  vorrei  imparare a suonare anche il sax ed il basso.

Un palco che sogni?

Se proprio devo sognare sogniamo in grande. Magari un giorno mi esibirò nel tempio del calcio e della musica il palco di “San Siro”.

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

Twitter:CarmenDeSio

 www.facebook.com/AmaraMusicOfficial

 

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