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Lega, Salvini a Tosi: “Ora basta, si lavora con Zaia”. Poi va a casa di Berlusconi

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Matteo Salvini, ha incontrato Silvio Berlusconi in una delle residenze del leader di Forza Italia. Alla fine del colloquio il segretario della Lega Nord non ha rilasciato dichiarazioni e si è recato ad un incontro in Regione Lombardia.

Continuano dunque le trattative tra i due partiti sulle alleanze per le prossime Regionali e a nulla sembra essere servito il tentativo di chiarimento nel faccia a faccia di ieri tra Matteo Salvini e Flavio Tosi.

Il sindaco di Verona, infatti, minaccia di dimettersi dalla Lega e candidarsi contro Zaia. Anche se poi frena chiedendo uno stop alle liti. Ma la replica del segretario del Carroccio è perentoria

“Basta, si lavora con Zaia. La gente questo si aspetta: scuole, strade non liste, simboli, ricandidature. Io ho portato tutta la pazienza possibile e immaginabile, abbiamo un patrimonio che è Zaia e per me il riferimento è Zaia. Lunedì non ci sarà alcun consiglio federale. Io ho fatto quello che potevo fare, per me la vicenda è chiusa. Ho finito di parlare di questioni interne, l’ultima delle mie preoccupazioni sono le questioni interne al partito. Non ho più tempo per litigi e beghe, chi sceglie questa via si mette automaticamente fuori. Chiunque non sostiene Luca Zaia si mette fuori dalla Lega”

Una presa di posizione arrivata nel bel mezzo di uno scontro durissimo. Stanotte, infatti, la Liga Veneta di Tosi ha detto “no al commissariamento” imposto dal consiglio federale della Lega Nord di Salvini. L’ultimo atto di una sfida che si avvicina a grandi passi allo strappo definitivo.

Passa qualche ora e Tosi risponde a Salvini

“Sono d’accordo con Matteo. Basta liti in Veneto. Nel mondo civile per evitare le liti hanno inventato le regole ed è sufficiente rispettarle. Sarebbe anche utile, per il rispetto delle regole, che qualcuno qui in Veneto si degnasse di incontrare i dirigenti della Liga”

Nel dibattito si inserisce Zaia

“In ogni caso scelgono i veneti, come al solito. Io sono veneto fino a prova contraria e ho sempre fatto in piena libertà quello che ritenevo opportuno per i veneti. La questione è che a me nessuno ha mai chiesto niente. Ho il massimo rispetto del consiglio federale che ha votato all’unanimità questa linea”

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