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Femminicidi: avvocatessa 35enne uccisa a Roma dall’ex

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Secondo femminicidio del 2023 in Italia. La vittima stavolta è l’avvocatessa romana Martina Scialdone, 35 anni. E’ stata uccisa nella Capitale dal suo ex compagno a colpi di pistola. Il grave episodio di cronaca è avvenuto davanti a un ristorante di via Amelia, nel quartiere Appio Latino. L’assassino è Costantino Bonaiuti, 61 anni. I due hanno cominciato a discutere animatamente dentro il locale poi, una volta usciti, l’uomo ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco. Dopo il delitto è scappato ma è stato subito rintracciato alla periferia della città. Per gli inquirenti il movente è chiaro: gelosia. Una vicina di casa della vittima ha rivelato: “Martina voleva rompere con lui, aveva paura”.

Come detto, ora salgono a due i femminicidi commessi in questo inizio d’anno. Il 4 gennaio a Pontedecimo di Genova era stata uccisa la 23enne Giulia Donato. Il corpo della ragazza e dell’ex compagno Andrea Incorvaia, guardia giurata 32enne, furono ritrovati nell’abitazione della giovane a Pontedecimo, quartiere periferico di Genova. Ricordiamo che il 2022 è stato segnato dai femminicidi: 120 le donne uccise, di cui l’ultima in ordine temporale il 24 dicembre.

La ricostruzione del secondo femminicidio del 2023. La vittima stava cenando in un ristorante con il fratello. Una volta arrivato il suo ex compagno, i due avrebbero iniziato un’animata discussione; tanto forte al punto che la donna si è rifugiata in bagno. Successivamente, sarebbe stato il titolare del locale a invitare la coppia a uscire per non disturbare gli altri clienti. All’esterno del ristorante, l’omicidio. I soccorsi, subito allertati tramite il 112, sono arrivati tempestivamente. L’ex della donna ha tentato la fuga ma è stato subito raggiunto dalle volanti della polizia, che l’hanno fermato a Fidene. L’uomo è una guardia giurata e un sindacalista.

La vicina di casa della vittima racconta. Chi ha avuto modo di conoscere Martina Scialdone ha dichiarato: “Era una brava ragazza, aveva studiato, era diventata avvocato ed era tanto apprezzata”. Marita, vicina di casa della Scialdone, poi ha aggiunto: “La madre aveva da poco perso il marito per un male, non se lo meritava. Martina l’ho vista nascere, della sua storia d’amore erano tutti scontenti. Lei era andata anche dallo psicologo e voleva rompere e aveva paura. Qui al ristorante dov’è stata uccisa si era chiusa in bagno, poi l’hanno fatta uscire. Forse non doveva uscire. Meno male che l’ex compagno non ha ferito o ucciso anche il fratello”.

Martina Scialdone si occupava anche di donne maltrattate. A rivelarlo è un collega della vittima, l’avvocato Giulio Micioni che fa parte dello stesso studio legale in cui lavorava la Scialdone: “Martina si occupava di separazione e divorzi e quindi in questo ambito si trovava spesso anche di fronte casi di maltrattamenti da parte di compagni e mariti. Era un argomento che conosceva dal punto di vista professionale. Nessuno si aspettava un cosa del genere, personalmente non sapevo di questa sua relazione. Siamo sconvolti, ci eravamo visti ieri e sembrava come sempre serena. Era sempre sorridente”. Femminicidi: una lunga scia di sangue che purtroppo non accenna a fermarsi.

 

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